La resurrezione di Lazzaro, decorazione a graffito

Oggetto
decorazione a graffito
Soggetto
resurrezione di Lazzaro
Autore
Mitri Ernesto (1907/ 1978)
Cronologia
1961
Misure
cm - altezza 320, larghezza 260
Codice scheda
OA_29675
Collocazione
Udine (UD)
Chiesa di Santa Maria della Misericordia
Iscrizioni

a destra: " Io sono la/ Resurrezione/ e la vita/ chi crede in me/ non morrà/ in eterno/ credi tu/ questo?/ S. Giovanni/ XI. XXV : XXVI"

in alto a sinistra, sopra la testa di Lazzaro: " E. MITRI"

Il graffito fu eseguito con strumenti diversi, alcuni raschietti servirono per graffire le linee di contorno, altri raschietti a denti seghettati furono invece applicati nel corpo delle figure. Cristo con un imperioso gesto della mano intima a Lazzaro di uscire dalla tomba, sulla destra della figurazione c'è la scritta, tratta dal vangelo di San Giovanni, che illustra l'episodio del Vangelo.

Il graffito fu eseguito da Ernesto Mitri per decorare la parete sinistra accanto alla porta d'ingresso e sotto il pronao della Chiesa dell'Ospedale di Udine. Forma una serie di due graffiti insieme con l'altro raffigurante "Cristo risana il cieco di Gerico", simmetrico a quello schedato e posto sulla parete destra dell'ingresso alla chiesa. La chiesa fu progettata nel 1958 dall'architetto Giacomo della Mea, che spesso aveva collaborato con Mitri. Egli aveva infatti progettato anche la cappella di Sella Nevea ( 1948) e la chiesa di San Pio X a Udine (1964), dove il pittore aveva lavorato. Si decise di costruire una nuova chiesa quando, nel 1958, l'Ospeda e era stato ampliato con il padiglione delle Chirurgie. I graffiti sono tra i pochi a essere ricordati dallo stesso Mitri nell'elenco delle opere da lui manoscritto come "due graffiti in chiaroscuro eseguiti nel portico della chiesa dell'ospedale Civile di Udine" (Elenco delle opere). I graffiti furono preceduti da due bozzetti recanti il timbro di approvazione della Commissione Diocesana d'arte Sacra di Udine. Il disegno, molto fedele ai bozzetti, fu trasferito sul muro con il sistema dello spolvero su carta e i due spolveri sono tuttora conservati dalla famiglia Mitri. Sul primo strato di intonaco verde, Mitri stese un intonaco ocra chiaro, graffì i contorni con gli arnesi che Luigi Mirolo aveva costruito per lui. Per dare maggiore plasticità alle figure graffì alcune parti con spatole dentate e rifinì le figure con pennellate verdi in contrasto con il fondo ocra per conferire loro volumetria ed espressione. Licio Damiani evidenzia come nel graffito "l'intensità pittorica è affidata al solo chiaroscuro nei graffiti monocromi all'esterno della chiesa dell'Ospedale" (Damiani, 1 991, p. 35). Il soggetto della Resurrezione di Lazzaro fu più volte rappresentato da Mitri durante il corso della sua opera. Nel 1936 una Resurrezione di Lazzaro fu il tema del mosaico della tomba Albini di Cividale, dove però Cristo compare con un braccio teso. Nel 1972 lo stesso tema fu raffigurato nella cappella di Gesù Misericordioso per il Santuario della Madonna di Rosa a San Vito nella lunetta anteriore sinistra. Il graffito può essere confrontato con le Opere di Misericordia mosaicate nell'abside della chiesa del Sacro Cuore (1958-1959) e con i personaggi delle parabole di Gesù del mosaico sulla cupola della Cappella di Gesù Misericordioso nel Santuario della Madonna di Rosa.

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BIBLIOGRAFIA

Bucco G., La chiesa dell'Ospedale di Udine: un esempio di collaborazione tra artisti, in La Chiesa Santa Maria della Misericordia nell'Ospedale Civile di Udine, Udine 2003

Damiani L., Ricordo di Ernesto Mitri, in Quaderni della Face, Udine 1978, n.52