a sinistra: "E Gesù/ voltosi a lui/ gli disse: / che vuoi che/ io ti faccia?/ e il cieco/ maestro ch'io/ veda./ E Gesù/ gli disse;/va la tua/ fede ti ha/ salvato/ S. Marco/ X - LI"
Il graffito è rovinato dall'umidità nell'angolo in alto a destra, molto esposto alle intemperie, tanto che la firma è stata cancellata. Sulla destra Cristo di profilo risana il cieco con la saliva sugli occhi, nella parte sinistra i versetti tratti dal Vangelo di San Marco che si riferiscono al miracolo narrato. Il graffito è eseguito su intonaco verde e ocra.
Il graffito fu eseguito da Ernesto Mitri per decorare la parete destra accanto alla porta d'ingresso e sotto il pronao della Chiesa dell'Ospedale di Udine. Forma una serie di due graffiti insieme con l'altro raffigurante "La Resurrezione di Lazzaro", simmetrico a quello schedato e posto sulla parete destra dell'ingresso alla chiesa. La chiesa fu progettata nel 1958 dall'architetto Giacomo della Mea, che spesso aveva collaborato con Mitri. Egli aveva infatti progettato anche la cappella di Sella Nevea (1948) e la chiesa di San Pio X a Udine (1964), dove il pittore aveva lavorato. Si decise di costruire una nuova chiesa quando, nel 1958, l'Ospedale era stato ampliato con il padiglione delle Chirurgie. I graffiti sono tra i pochi a essere ricordati dallo stesso Mitri nell'elenco delle opere da lui manoscritto come "due graffiti in chiaroscuro eseguiti nel portico della chiesa dell'ospedale Civile di Udine" (Elenco delle opere). I graffiti furono preceduti da due bozzetti recanti il timbro di approvazione della Commissione Diocesana d'arte Sacra di Udine. Il disegno, molto f edele ai bozzetti, fu trasferito sul muro con il sistema dello spolvero su carta e i due spolveri sono tuttora conservati dalla famiglia Mitri. Sul primo strato di intonaco verde, Mitri stese un intonaco ocra chiaro, graffì i contorni con gli arnesi che Luigi Mirolo aveva costruito per lui. Per dare maggiore plasticità alle figure graffì alcune parti con spatole dentate e rifinì le figure con pennellate verdi in contrasto con il fondo ocra per conferire loro volumetria ed espressione. Licio Damiani evidenzia come nel graffito "l'intensità pittorica è affidata al solo chiaroscuro" (L. Damiani, 1991, p. 35) Il graffito può essere confrontato con le Opere di Misericordia mosaicate nell'abside della chiesa del Sacro Cuore (1958-1959) e con i personaggi delle parabole di Gesù del mosaico sulla cupola della Cappella di Gesù Misericordioso nel Santuario della Madonna di Rosa.
Bucco G., La chiesa dell'Ospedale di Udine: un esempio di collaborazione tra artisti, in La Chiesa Santa Maria della Misericordia nell'Ospedale Civile di Udine, Udine 2003
Ernesto Mitri, Ernesto Mitri Graffiti e decorazioni, Pasian di Prato (UD) 2000
Mitri N., Documentazione, in Ernesto Mitri pittore, Udine 1991