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La baita in legno è posta al centro del paesaggio innevato, in cui la neve rifrange la luce nelle tonalità dal verde al blu. Sullo sfondo del cielo blu cobalto si distinguono il monte Bivera e il Crodon di Tiarfin.
Il bozzetto fa parte di una serie numerosa di opere, comprendente anche di segni e quadri, realizzati a Sauris di Sopra negli anni 1920 e 1921 - 1922 durante i soggiorni trascorsi da Barazzutti a Sauris insieme con il pitto re Giovanni Napoleone Pellis. Nonostante manchi la firma, l'attribuzione a Giuseppe Barazzutti è assolutamente certa poiché si conoscono le circostanze in cui l'opera entrò a far parte della collezione Crapiz. Il dipinto si connota come bozzetto di piccole dimensioni, realizzato en plein air e si caratterizza per l'esecuzione rapida e spontanea, basata sull'uso sapiente del colore. I colori puri sono accostati tra di loro secondo le teorie divisioniste con risultati affini a quelli raggiunti da Pellis. Nel bozzetto schedato il colore rende al meglio la luminosità dell'atmosfera montana e si può notare una particolare disposizione regolare "a celle" delle pennellate di colore che realizzano il cielo. Lo stavolo riprende la tipologia tipica della zona di Sauris: su un pianoterra in muratura si alza la parte superiore, costituita da travi di legno che si incrociano agli spigoli, e fornita di ampi ballatoi in legno per l 'essicazione dei prodotti agricoli. Le tavole dei ballatoi, traforate con motivi caratteristici delle varie vallate, destarono l'interesse di Barazzutti, che li ritrasse in numerosi disegni. Il luogo ritratto può essere identificato con i pianori sopra Sauris di Sopra lungo la mulattiera che porta a casera Montemaggiore nel comune di Forni di Sopra, sulla sinistra si riconosce il monte Bivera e sulla destra i l Crodon di Tiarfin. Il bozzetto è stato schedato da Franca Merluzzi nel catalogo della mostra di Sauris, dove fu esposto, e compare con il numero 1.49 nell'inventario delle opere pittoriche relative alla sezione 1.Pittura. Vedute e paesaggio. Nell'inventario della collezione privata di Silvano Crapiz, il bozzetto reca il n. 50
Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994
Merluzzi F., Pitors a Glemone, in Glemone, Udine 2001
Jacob L. / Gaberscek C., Il Friuli e il cinema, Gemona del Friuli (UD) 1996
Merluzzi F./ Bucco G., Il gemonese Giuseppe Barazzutti veratile artista tra sacro e profano, in Ce Fastu?, Udine 1993, n.1, LXIX