Morte di san Giuseppe, dipinto, Barazzutti Francesco, XX

Oggetto
dipinto bozzetto
Soggetto
morte di san Giuseppe
Autore
Barazzutti Francesco (1847/ 1918)
Cronologia
1905 ca.
Misure
cm - altezza 40, larghezza 33
Codice scheda
OA_29936
Collocazione
Gemona del Friuli (UD)
Collezione privata

Su uno sfondo grigio San Giuseppe disteso sul letto; sulla cassa vicino al letto si notano una bottiglia e la verga fiorita attributo del santo. Cristo benedice il moribondo e davanti al letto Maria prega afferrando la sua mano. Ai piedi del letto sulla sinistra tre Angeli inginocchiati con grandi ali falcate pregano in pose eleganti. In alto sul fondo appaiono due cherubini porgono una corona e la palma della santità.

L'opera fa parte di una serie di tre bozzetti eseguiti per la decorazione della chiesa di Santa Margherita in Sappada. Monsignor Polentarutti affidò la decorazione ad affresco a Francesco Barazzutti, che la eseguì nel 1907-1908 nei mesi estivi, più adatti ad asciugare le malte. Il pagamento fu di lire 8.000 (Toller, 1969, p.90). Tutti i bozzetti furono eseguiti e sono tuttora visibili anche se i colori si sono alterati. Il bozzetto si può datare al 1905, data che compare sul timbro dell'Ufficio di registro di Gemona (cfr. scheda 105010). Il bozzetto schedato raffigura La morte di San Giuseppe fa parte della raccolta di bozzetti appartenenti a Francesco Barazzutti, passati in eredità nel 1918 al figlio Giuseppe e alla morte di quest'ultimo al nipote. L' attribuzione a Francesco Barazzutti è assolutamente certa poiché si conoscono le circostanze in cui l'opera è entrata a far parte della collezione. Francesco Barazzutti (1847-1918) fu titolare di una famosa bottega gemonese di decorazioni sacre attiva nell'Impero Austro Ungarico e in Friuli. Soggiornò a Graz (1876-1887), operò nel salisburghese (1883) e a Badgastein (1890) venendo in contatto con i grandi impresari Giacomo Ceconi di Montececon e Angelo Comini. Nella chiesa di Sappada Francesco si accostò ai modi del barocchetto austriaco che egli aveva avuto modo di vedere dal vero. Quadri di storia e figure furono dunque inseriti entro una curatissima decorazione a stucco dorato molto simile agli esempi austriaci. Lungo le pareti i pannelli decorativi furono inseriti in false cornici a cartiglio, che davano all'insieme un gusto fastoso simile a quello delle opere di Tommaso Fantoni. La facciata fu in seguito completata con nicchie affrescate da Giovanni Battista Moro nel 1926 (Toller, 1969, p.91). L'iconografia del bozzetto è quella tradizionale: Maria prega e Gesù benedice Giuseppe, il cui attributo, la verga fiorita, è posta accanto al letto insieme a un bottiglia. La scena del Martirio di Santa Margherita è composta secondo la tradizione neoclassica ottocentesca e gli schemi dei Nazareni, chiari e semplici. Si nota una attenzione verista ai particolari. Un particolare più moderno è fornito dagli angeli inginocchiati ai piedi del letto, allungati ed eleganti nelle ali e nei colori chiari delle vesti che emergono sul fondo grigio. Preannunciano le forme simboliste fatte proprie dal figlio Giuseppe nel bozzetto di Santa Margherita (cfr. scheda 105011). Il bozzetto fu fedelmente eseguito sulla parete sinistra del presbiterio. Al bozzetto si può riferire quanto il gemonese Giuseppe Marchetti scrive su Francesco Barazzutti. Egli eseguì con diligenza e correttezza "lavori a carattere illustrativo e popolare, di facile lettura, di piacevole orchestrazione coloristica, senza presunzioni di alta qualità creativa, che rappresentavano una trascrizione addomesticata e quasi artigianesca dei canoni neoclassici ottocenteschi particolarmente apprezzata e gradita in ambienti sacri" (G. Marchetti, 1963, s.p.).

BIBLIOGRAFIA

Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994

Toller M., Sappada Eventi e uomini, Udine 1969

Merluzzi F., Pittori emigranti nell'impero e l'artista Giuseppe Barazzutti, in Puje Pore Nuje, Brescia 2002, n.21

Marchetti G., Il nuovo soffitto, in Santuario di Ribis, Reana del Rojale (UD) 1963