Ultima cena, dipinto, Barazzutti Francesco, XX

Oggetto
dipinto bozzetto
Soggetto
ultima cena
Autore
Barazzutti Francesco (1847/ 1918)
Cronologia
1900 post - 1914 ante
Misure
cm - altezza 22, larghezza 34
Codice scheda
OA_29946
Collocazione
Gemona del Friuli (UD)
Collezione privata

L'opera rappresenta il momento dell'Ultima Cena in cui San Giovanni chiede a Gesù chi lo tradirà poggiando il capo sulla sua spalla, il gruppo è posto al centro della tavola, isolato dagli altri apostoli che si dispongono ai lati e davanti al desco. In primo piano a sinistra Giuda tiene in mano il sacchetto dei denari frutto del tradimento. In primo piano allineata con gli apostoli una brocca. Lo sfondo che si apre teatralmente con due velari è una struttura monocroma architettonica con un arco che inquadra Cristo. Lo sfondo è di colori neutri (viola e grigio azzurro) gli apostoli hanno tinte pastello su tonalità spente.

Il dipinto raffigurante l'Ultima cena fa parte della raccolta di bozzetti appartenenti a Francesco Barazzutti, titolare di una famosa bottega gemonese di decorazioni sacre attiva nell'Impero Austro Ungarico e in Friuli. Soggiornò a Graz (1876-1887), operò nel salisburghese (1883) e a Badgastein (1890) venendo in contatto con i grandi impresari Giacomo Ceconi di Montececon e Angelo Comini. L'iconografia religiosa inserisce il bozzetto nei dipinti realizzati dalla bottega di Francesco Barazzutti nelle chiese friulane. Egli si inserì nella tradizione dei pittori gemonesi di edifici religiosi alternando ai modelli rinascimentali a riprese rococò e decori neogotici sensibili alla pittura purista. Il lungo soggiorno di Francesco Barazzutti a Graz tra il 1876 e il 1887 spiega l'iconografia di matrice nordica di Giovanni che appoggia il capo sul petto di Gesù per chiedergli chi è il traditore. Il pittore possedeva un a biblioteca, che fu consultata anche dal figlio Giuseppe, che continuò l'attività della bottega paterna. Era costituita in gran parte da incisioni, litografie e tavole illustrate acquistate durante il soggiorno austriaco come attesta il timbro "Franz Barazzutti Kunstmaler in Graz" apposto sui fogli. Molte tavole stampate a colori si riferivano ad edifici eclettici moderni di area tedesca in cui la pittura di storia di matrice classica e accademica italiana veniva filtrata dai pittori dell'Historicismus mitteleuropeo. L'unico riferimento all'arte italiana è rappresentato dal Mussini appartenente al purismo toscano. Nel bozzetto pare riscontrare una libera interpretazione di motivi veronesiani. Questi sono individuabili soprattutto nella struttura architettonica del fondo ripresa dagli affreschi di Veronese a palazzo Labia. Non si conosce se l'opera è stata tradotta in decorazione.

BIBLIOGRAFIA

Merluzzi F., Pittori emigranti nell'impero e l'artista Giuseppe Barazzutti, in Puje Pore Nuje, Brescia 2002, n.21

Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994