Visti i soggetti raffigurati è probabile che si tratti del salone ricorda to nelle descrizioni antiche come "sala dei giochi" e considerato uno dei più belli del castello. L'apparato decorativo si presenta suddiviso in zon e regolari definite da cornici a finto rilievo con motivi fito zoomorfi e capricci di cineserie monocromi ai lati e nella fascia sottostante, entro losanghe. I motivi dipinti rispondono a quel gusto ben noto come chinoiser ies che diviene nel secolo XVIII "quasi una corrente autonoma" presente in architettura e nelle arti decorative; al gusto sinizzante non si sottrase ro neppure nomi ben noti nella decorazione di ville e palazzi tra cui Gia ndomenico Tiepolo (vedi Villa Valmarana a Vicenza) e Andrea Urbani (vedi Villa Giustiniani a Padova). Nella realizzazione della stanza dei giochi, l'ignoto autore dimostra di e ssere perfettamente aggiornato sul rinnovamento di gusto di fine secolo "l a cui spiccata dimensione ricreativa non consiste più in parvenze o finzio ni settecentesche, ma in un gioco pittorico fine a se stesso". A dimostra zione si ciò i soggetti raffigurati si riducono quasi a vignette applicate senza effetti illusionistici su fondi chiari e uniformi e l'uso del finto marmo. E' piuttosto verosimile, pur non avendo un sicuro appaiglio cronol ogico per la datazione delle pitture, che le stesse si possano collocare in un arco di tempo che va dalla fine del Settecento ai primi decenni dell 'Ottocento quando trionfa una "cineseria" ancora memore di ricordi neoclas sici ma arricchita d'invenzioni bizzarre quali incensieri riempiti di pium e, giocolieri etc..