retro, telaio: ALESSANDRO VAROTARI detto PADOVANINO
cartellinoa tergo: 34
La scena è riempita da sei puttini nudi, cinque di essi sono rivolti verso il sesto, collocato a destra, provvisto di ali rosacee spiegate, tiene il braccio destro sollevato e in mano una freccia, questo è la personificazione di Amore. Un puttino è inginocchiato a terra e gli porge con la mano destra una freccia alla cui sommità è legato il filo che serve per recuperarla. Un altro sembra corrergli incontro con disappunto, ma è trattenuto per una spalla da un putto dietro di lui, mentre un altro dietro, con i riccioli castani, appoggia una mano sulla sua spalla destra, accanto un putto dal l'espressione assorta. Sullo sfondo, indistinto, sono accennate delle nubi bianche.
L'opera è stata inventariata dalla Soprintendenza come dipinto realizzato nell'ambito del Padovanino. Il primo ad attribuire ufficialmente questo dipinto al Padovanino è il Bergamini, e l'artista fu largamente attivo in Friuli, dove introdusse, assieme a Palma il Giovane, la pittura di "maniera". In particolare il quarto decennio della sua attività pittorica, improntata sul neotizianismo, fu caratterizzato da un'ampia produzione di soggetti mitologici e allegorici, tra cui spiccano gli "scherzi" di putti e amorini, molto spesso replicati. Molto probabilmente l'opera in questione è un frammento di una composizione di più ampio respiro.
Quadreria Brandis, Quadreria de Brandis. Catalogo delle opere, Udine 1990