Il Cristo, con la testa coronata di spine, mostra il torso coperto dalle piaghe della flagellazione. Le spalle sono coperte da un mantello rosso. Il braccio destro è sorretto da un angelo, che ha lo sguardo rivolto verso l'osservatore. Il fondale scuro, costituito dal muro di un edificio, lascia intravedere sul lato destro uno scorcio paesistico.
Già all'inizio i funzionari che hanno redatto l'inventario per la Soprintendenza si sono accorti che l'opera, collocabile temporalmente nel secolo XVII, poteva provenire dall'ambito bolognese - emiliano. Il dipinto è stato pubblicato per la prima volta in "Quadreria de Brandis", dove viene attribuito ad ignoto pittore, ma l'intonazione cromatica lascia pensare all'intervento del Guercino, grande maestro emiliano, che usava inserire sullo sfondo delle sue pale d'altare mirabili scorci paesistici, come si riscontra anche in quest'opera. Anche il magistrale chiaroscuro utilizzato nella definizione del volto permette di ipotizzare la presenza del grande maestro emiliano o perlomeno di un suo allievo. Sul retro della cornice sono presenti alcuni bolli in ceralacca.
Quadreria Brandis, Quadreria de Brandis. Catalogo delle opere, Udine 1990