La donna indossa una camicetta trasparente che le lascia scoperte le spalle, una stola azzurra e una gonna gialla. Ha i capelli castani raccolti, ricci all'estremità e ripartiti con una riga centrale. Il suo sguardo è rivolto all'osservatore, come quello del cagnolino di piccola taglia che tiene in braccio. Questo ha un folto pelo marrone arricciato e un nastrino rosso con sonaglio attorno al collo. Sullo sfondo è raffigurato un pesante tendone rosso leggermente scostato sulla destra, che lascia così intravedere le fronde di alberi probabilmente al tramonto.
L'opera è stata inventariata dalla Soprintendenza col titolo generico di " Ritratto femminile" e senza proporre alcuna attribuzione. Le prime notizie sull'opera si trovano in "Quadreria de Brandis", dove viene attribuito ad ignoto pittore. Per il genere di soggetto trattato, per la candida morbidezza della figura femminile, idealizzata e sensuale, il dipinto si può attribuire con buona certezza a Natale Schiavoni, "pittore della grazia". Come dice la Gasparini "si diede a dipingere a olio quelle mezze figure di donna alle quali deve particolarmente la sua fama, e che gli valsero il titolo di "pittore della grazia". Esse segnano veramente un'innovazione nell'arte: non sono più allegorie care al barocco, non divinità mitologiche e nemmeno ritratti di determinate persone: l'artista fece esprimere alle sue modelle i vari sentimenti dell'anima [...] Queste sue mezze figure ebbero un favore immenso in tutta Europa, andarono a ruba, pagate a prezzi vistosi (circa 16 napoleoni d'oro l'una), ripetute dall'artista infinite volte, sembra un migliaio". In questo dipinto è particolarmente evidente il richiamo alla pittura tizianesca tanto cara allo Schiavoni.
Venezia Vienna, Tra Venezia e Vienna. Le arti a Udine nell'Ottocento, Cinisello Balsamo (MI) 2004
Quadreria Brandis, Quadreria de Brandis. Catalogo delle opere, Udine 1990