Petrarcha, dipinto, ambito Italia settentrionale, XIX

Oggetto
dipinto
Soggetto
ritratto d'uomo: Francesco Petrarca
Ambito culturale
ambito Italia settentrionale
Cronologia
1800 post - 1817 ante
Misure
cm - altezza 32, larghezza 24
Codice scheda
OA_51414
Collocazione
Trieste (TS)
Biblioteca civica Attilio Hortis
Biblioteca civica A. Hortis. Museo petrarchesco piccolomineo
Iscrizioni

in basso: PETRARCHA

In basso sul parapetto l'iscrizione "PETRARCHA". Questo in esame è il primo dipinto acquistato da Rossetti per la sezione iconografica petrarchesca: esso infatti compare citato nel catalogo del 1822 (cfr. Rossetti 1822), all'interno della Collezione prima che, come è noto, documenta la consistenza della raccolta fino al 1817. Al n. 12 dei "ritratti del Petrarca e di Laura de Sade" si legge: "Pittura ad olio in tela. Autore S. [cioè sconosciuto] Petrarca con cappa rossa a orlo bianco, da cui sorte sopra le tempie l'alloro. Appiè la leggenda - Petrarcha", che è appunto il nostro quadro. Esso è inoltre citato con le stesse parole in "Inventario ed estimo della libreria relitta dal defunto Dr. Domenico de Rossetti" (BCTS, PETR. Ms I 76). Il dipinto (cfr. Nodari 2005), di mediocre fattura e databile agli inizi del XIX secolo, copia in toto un Ritratto di Petrarca dei Musei Civici di Padova di anonimo artista dei secoli XVII-XVIII (inv. 1047, cfr. Attardi 1997), considerato a sua volta una derivazione da un prototipo tardo quattrocentesco andato perduto, che ricorda nella tipologia della figura colta di profilo destro e caratterizzata da un naso pronunciato e adunco il famoso ritratto miniato del poeta attribuito ad Altichiero, presente nel codice ms lat. 6069 F della Biblioteca Nazionale di Parigi. Le affinità rilevate dalla Attardi tra la miniatura parigina e il dipinto di Padova, e di conseguenza quello di Trieste, sono indubbiamente presenti nonostante alcune varianti e modifiche, ma a mio avviso la fonte iconografica per i due dipinti va ricercata altrove. Infatti rispetto al ritratto di Altichiero qui Petrarca ha un volto decisamente più scarno e un mento più pronunciato, e la fronte è cinta dall'alloro che passa sotto il cappuccio orlato di pelliccia. Queste caratteristiche iconografiche si riscontrano tutte in un Ritratto di Petrarca in medaglia inciso all'acquaforte e bulino, che compare nel "Petrarcha redivivus" di Jacopo Filippo Tommasini edito a Padova nel 1635, e che ritrae un'antica medaglia in bronzo della metà del '400, conservata a Berlino (cfr. Floriani 1993, cit. in Nodari 2005). Quest'ultima è perciò la fonte iconografica d'origine dei ritratti di Padova e di Trieste, un prototipo ben noto in area padovana dove è documentato, oltre che dalla stampa del Petrarcha redivivus e dal dipinto dei Musei Civici, anche da un medaglione in affresco col Ritratto di Petrarca, databile alla fine Settecento, che decora una soprapporta nella Casa De Pieri ad Arquà (cfr. Floriani 1993, cit. in Nodari 2005). Questa particolare iconografia di Petrarca deve aver interessato Rossetti se, poco tempo dopo, acquisterà un'acquaforte di Gaetano Zancon (Bassano 1771 ? - Milano 1817) con un "Ritratto di Petrarca di profilo destro", che riflette lo stesso modello del nostro quadro (BCTS, Ic. 178, cfr. scheda S 3848).

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BIBLIOGRAFIA

Nodari F., La sezione iconografica della raccolta petrarchesca piccolominea della Biblioteca civica "A. Hortis" di Trieste, in Le collezioni del Museo petrarchesco piccolomineo nella Biblioteca "A. Hortis" di Trieste, Firenze 2005

Rossetti D., Raccolta di edizioni di tutte le opere del Petrarca e di Enea Silvio Piccolomini, Pio II, Venezia 1822

Attardi L., Schede, in Da Padovanino a Tiepolo Dipinti dei Musei Civici di Padova del Seicento e Settecento, Milano 1997

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