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in basso a destra: P.Marussig
Il dipinto raffigura un vaso di vetro contenente delle pesche sotto spirito o sciroppate.
Questa coloratissima natura morta, che completa significativamente il bel gruppo di opere di Marussig posseduto dal Museo Revoltella, di cui fanno parte tre autoritratti, la Veduta di Trieste databile attorno al 1916, la Natura morta e la Fanciulla entrambe del 1932, ben documenta la fase estrema della vita di Piero Marussig che, come ricorda G. Mascherpa ("Marussig pittore europeo" in Piero Marussig, catalogo della mostra, Iseo, 1987, p. 24) fu caratterizzata "da una libertà pittorica senza pari" in cui "le figure e stile triestini si fusero a una pregnanza materica di sapore lombardo, e uno spazio più plastico a una linea che, seppur non più evidenziata, seguitava a contornare nervosamente le immagini". Lo stesso autore che sottolinea, in queste composizioni, non solo la concretezza della materia ma anche "la calibrata e singolarissima invasione dello spazio da parte delle cose", cita, a proposito delle nature morte di Marussig, anche una suggestiva definizione di Umbro Apollonio che aveva scritto: "non sono nature morte comuni, normali: hanno l’eccezionalità di una manifestazione morale". Se un merito va assegnato alla donazione Kurländer, dunque, è quello di avere permesso al Museo Revoltella di documentare l'intero arco biografico dell'artista triestino più illustre del Novecento con un raro reperto giovanile (l'Autoritratto del 1895) e con una testimonianza interessante dell'ultima produzione prima dell'improvvisa morte. [Masau Dan 2005]
Masau Dan M., Schede, in Museo Revoltella Trieste. La donazione Kurländer, Trieste 2005
Piero Marussig, Piero Marussig: dalla provincia mitteleuropea al Novecento italiano, Milano 1986