Il dipinto raffigura la Madonna che con la mano sinistra sorregge il Bambino in grembo, mentre con la destra tiene un libro aperto sulle ginocchia. Dietro le due figure un tendaggio rosso e sullo sfondo un paesaggio.
Il dipinto fu acquistato dalla collezione di Pietro Mentasti nel 1955 con una proposta attributiva a Lorenzo Costa. Recentemente Vittoria Romani (2001), basandosi su quanto affermato da Mauro Lucco (1985, cit. in Romani 2001) e da Carla Bernardini e Sara Vicini (1990), ha attribuito la tela a Bartolomeo Ramenghi detto Bagnacavallo il Vecchio, artista emiliano che, prima influenzato dal classicismo di Lorenzo Costa e dalla vena di espressività pungente di Amico Aspertini, si avvicina a partire dal secondo decennio del Cinquecento all'arte di Raffaello. Il dipinto in esame è da inserire nella fase giovanile dell'artista, poco dopo il 1510 circa poichè, come un altro quadro simile conservato in una collezione privata e pubblicato da Lucco (1985, cfr. Romani 2001), riflette un momento di transizione tra la produzione costesco-aspertiniana e quella raffaellesca. Comunque l'opera triestina non è di facile e completa lettura, poichè presenta un tessuto pittorico alquanto consunto che è stato reintegrato nelle due figure e nel paesaggio grazie al restauro del 1971.
Romani V., Schede, in La Galleria Nazionale d'Arte Antica di Trieste. dipinti e disegni, Trieste/ Cinisello Balsamo 2001
Bernardini C./ Vicini S., Il Bagnacavallo Senior. Bartolomeo Ramenghi pittore (1484?-1542?) catalogo generale, Rimini 1990