Il dipinto raffigura Santa Maria Maddalena penitente che stringe a sè il teschio e il crocifisso, suoi tipici attributi, mentre dietro a lei su un ripieno c'è un vasetto, chiaro richiamo al suo gesto di prostrazione davanti a Gesù, a cui lavò i piedi nel noto episodio evangelico.
Il dipinto proviene dalla collezione di Pietro Mentasti e a partire da Giuliano Briganti (1953, cit. in Loda 2001) fu attribuito al genovese Gioacchino Assereto e assegnato agli anni maturi dell'artista. Di recente Ludovica Trezzani (1990), seguita da Angelo Loda (2001), ha riconfermato l'attribuzione della tela al pittore genovese, preferendo però collocarla in un periodo giovanile, grossomodo negli anni Venti del Seicento, sia per il formato quasi quadrato del dipinto che rimanda ai prototipi del maestro dell'Assereto, Andrea Ansaldo, sia per la forte consonanza stilistica e tipologica che la studiosa rileva con l'Incoronazione della Vergine del Convento domenicano di Taggia, considerato il capolavoro giovanile dell'artista ligure.
Loda A., Schede, in La Galleria Nazionale d'Arte Antica di Trieste. dipinti e disegni, Trieste/ Cinisello Balsamo 2001
Trezzani L., A come Assereto. Alcuni inediti del pittore genovese, in Scritti in onore di Giuliano Briganti, Milano 1990