statua, Da Rio Sebastiano, XVII

Oggetto
statua
Soggetto
Cristo redentore
Autore
Da Rio Sebastiano (notizie sec. XVII)
Cronologia
1639 post - 1654 ante
Misure
cm - altezza 82
Codice scheda
OA_52881
Collocazione
Gemona del Friuli (UD)
Canonica vecchia
Museo della pieve e tesoro del duomo

Il Cristo, stante, appoggia il peso sulla gamba destra e mostra, di conseguenza, un accennato sbilanciamento del busto in questa direzione. Il braccio sinistro scende lungo il busto mentre il destro (non più esistente) era portato al petto, sul quale poggiava la mano aperta (se ne vedono ancora le tracce). Il corpo, descritto con grande attenzione all’anatomia, fin nella resa dei rilievi delle vene, è cinto ai fianchi da un breve perizoma giallo drappeggiato e ornato da un orlo festonato. Il volto, gravemente danneggiata dalla perdita di parte del naso e del mento barbato, è incorniciato da lunghi capelli che dalla scriminatura centrale scendono in ciocche morbidamente ondulate sulle spalle lasciando scoperte le orecchie.

La statua del Cristo era collocato in origine al di sopra del ciborio dell'altare maggiore del Duomo; quest’ultimo fu realizzato tra il 1639, quando venne commissionato a Maestro Sebastiano Da Rio dalla Camera del duomo (il 9 settembre), e il 1654, anno in cui il Patriarca Marco Gradenigo procedette alla sua consacrazione. La struttura aveva mensa a parallepipedo, con paliotto decorato da formelle di marmi policromi, e ciborio centrale a tempietto, sul quale si aprivano, scandite da colonne, cinque nicchie: quella centrale ospitava il Crocefisso e le due laterali le statue bronzee di San Nicolò e Valentino (?) (cfr. schede OA 52911 e OA 52912). Un fregio in marmo bianco con episodi della Passione di Cristo e una scena di battaglia (cfr. schede OA 52882 , OA 52883, OA 52884) correva sulla trabeazione, al di sopra della quale si impostava il tamburo sormontato dalla cupola conclusa, come detto, dalla statua del Redentore in esame. Baldissera descriveva l’altare come un manufatto "molto bello e acconcio" (1892, p. 7), mentre secondo Marchetti (1958, p. 58) esso era caratterizzato da una linea "corretta, ma priva di particolare interesse"; unico motivo di interesse era rappresentato dalle due statue di bronzo citate.

BIBLIOGRAFIA

Patat P., Scultura, in Il duomo di Santa Maria Assunta di Gemona, Gemona del Friuli (UD) 1987

Clonfero G., Gemona del Friuli, Udine 1974

Marchetti G., Gemona e il suo mandamento, Udine 1958

Baldissera V., L'ancona dell'antico altar maggiore, il coro e l'abside della chiesa arcipretale di Gemona, Gemona del Friuli (UD) 1892

Baldissera V., Da Gemona a Venzone. Guida storico artistica, Gemona del Friuli (UD) 1891

Bini G., De Parochia Glemonensi. Ad illustrissimum et reverendissimum d.d. Danielem Delphinum patriarcham Aquilejensem relatio Josephi Bini archipresbyteri in visitatione pastorali anni MDCCXLV, die XXI et XXII Junii, Gemona del Friuli (UD) 1887

Liruti G.G., Notizie di Gemona, Venezia 1771