elemento architettonico, Da Rio Sebastiano, XVII

Oggetto
elemento architettonico
Soggetto
ultima cena
Autore
Da Rio Sebastiano (notizie sec. XVII)
Cronologia
1639 post - 1654 ante
Misure
cm - altezza 106, larghezza 32, profondità 11
Codice scheda
OA_52883
Collocazione
Gemona del Friuli (UD)
Canonica vecchia
Museo della pieve e tesoro del duomo

L’elemento architettonico faceva parte del ciborio a tempietto sovrastante la mensa dell'altare maggiore del duomo, del quale costituiva la faccia centrale. L’incorniciatura, formata da due elementi simmetrici ora disconnessi, è priva di basamento e del fondo della nicchia; quest’ultima è conclusa nella parte superiore da una conchiglia di gusto cinquecentesco, circoscritta da un arco a sesto ribassato modanato con decorazione a fusaiole, sostenuto da paraste laterali con capitelli compositi. L’intera struttura, che ospitava un Crocifisso (cfr. scheda OA 3573), è arricchita da specchiature in marmo rosso venato di bianco. La porzione di trabeazione soprastante la nicchia è ornata da un bassorilievo raffigurante l’Ultima cena.

L'altare maggiore del Duomo, cui apparteneva l’elemento in esame, fu eseguito tra il 1639, quando fu commissionato a Maestro Sebastiano Da Rio dalla Camera del duomo il 9 settembre, e il 1654, anno in cui il Patriarca Marco Gradenigo procedette alla sua consacrazione. La struttura aveva mensa a parallepipedo, con paliotto decorato da formelle di marmi policromi, e ciborio centrale a tempietto, sul quale si aprivano, scandite da colonne, cinque nicchie: quella centrale ospitava il Crocefisso e le due laterali le statue bronzee di San Nicolò e Valentino (?) (cfr. schede OA 52911 e OA 52912). Un fregio in marmo bianco con episodi della Passione di Cristo e una scena di battaglia (cfr. schede OA 52882 e OA 52884) correva sulla trabeazione, al di sopra della quale si impostava il tamburo sormontato dalla cupola conclusa dalla statua del Redentore (cfr. scheda OA 52881). Baldissera descriveva l’altare come un manufatto "molto bello e acconcio" (1892, p. 7), mentre secondo Marchetti (1958, p. 58) esso era caratterizzato da una linea "corretta, ma priva di particolare interesse"; unico motivo di interesse era rappresentato dalle due statue di bronzo citate.

BIBLIOGRAFIA

Patat P., Scultura, in Il duomo di Santa Maria Assunta di Gemona, Gemona del Friuli (UD) 1987

Clonfero G., Gemona del Friuli, Udine 1974

Marchetti G., Gemona e il suo mandamento, Udine 1958

Baldissera V., L'ancona dell'antico altar maggiore, il coro e l'abside della chiesa arcipretale di Gemona, Gemona del Friuli (UD) 1892

Baldissera V., Da Gemona a Venzone. Guida storico artistica, Gemona del Friuli (UD) 1891

Bini G., De Parochia Glemonensi. Ad illustrissimum et reverendissimum d.d. Danielem Delphinum patriarcham Aquilejensem relatio Josephi Bini archipresbyteri in visitatione pastorali anni MDCCXLV, die XXI et XXII Junii, Gemona del Friuli (UD) 1887

Liruti G.G., Notizie di Gemona, Venezia 1771