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La scultura raffigura un angelo con le ali spiegate e il capo volto a sinistra, sul quale è fissata un’aureola dorata lavorata a traforo. Il volto paffuto, con le guance rosate, è incorniciato dai riccioli biondi che scendono fin quasi alle spalle. La veste dorata, con le maniche lunghe fino ai gomiti, è stretta in vita da una fusciacca annodata sul davanti e lascia scoperta la gamba destra dal ginocchio in giù. Le ali spiegate erano anch'esse completamente dorate, ad eccezione degli orli blu e rossi delle grandi piume che le costituiscono.
L'opera, inedita, è accostabile ai modi di Girolamo Comuzzo ed è affine (anche nei dettagli) ai due angeli reggicandelabro provenienti dalla chiesa della Madonna di Loreto (cfr OA 52887 ed OA 52888; De Re 2005, pp. 25-26), attribuiti alla medesima bottega. Dato che una comunicazione orale ne assicura la provenienza dalla citata chiesa della Madonna di Loreto, l’angelo in esame potrebbe forse essere riconosciuto in uno dei tre ivi documentati in una breve nota d'inventario: "1518.996. Statue raff. 3 Angeli, legno intagliato e dipinto" (Marioni Bros 1988, p. 187).
Marioni Bros L., Inventario dei beni culturali mobili ricoverati nei depositi del Museo diocesano di Udine dopo il terremoto del 1976 (schede), in Un museo nel terremoto, Udine/ Pordenone 1988