La tela raffigura un oste che regge con la mano sinistra un piatto con un tacchino arrosto e con la destra una coscia del volatile.
Il dipinto rappresenta una personificazione del Gusto ed è in pendant con un'altra tela, sempre di proprietà della Galleria Nazionale d'Arte Antica di Trieste, raffigurante l'Odorato (cfr. scheda OA 53005). Mari Pietrogiovanna (2001) attribuisce le due opere al pittore tedesco Johann Heinrich Schönfeld e afferma che esse fanno parte di una serie che illustra i cinque sensi, di cui si conservano oltre alle due tele di Trieste l'Udito in collezione privata a Zurigo e il Tatto nel Kunsthistorisches Museum di Vienna (cfr. Immagini del sentire 1996). La serie fu eseguita dall'artista per Guidobaldo di Thun, vescovo di Salisburgo, intorno al 1651 circa, di ritorno dal lungo soggiorno italiano tra Roma e Napoli durato diciott'anni. La serie è infatti citata negli inventari dei beni del vescovo di Thun nel 1725, 1750 e 1802, dopo di che essa andò dispersa. Nel Museo Carolino Augusteum di Salisburgo si conservano cinque tele raffiguranti i sensi che sono con ogni evidenza delle copie della serie di Schönfeld, eseguite da Philipp Jacob Nickhl, che firma e data 1743 l'esemplare con l'Udito. Grazie al confronto con le copie di Nickhl la Pietrogiovanna ha potuto connettere i dipinti di Trieste alla serie smembrata di Schönfeld, facendo rilevare inoltre una consonanza stilistica tra il Gusto di Trieste e il Tatto di Vienna, nei quali l'artista, memore del soggiorno in italia, fa prevalere accenti napoletani (si pensi a Ribera ed anche a Luca Giordano).
Pietrogiovanna M., Schede, in La Galleria Nazionale d'Arte Antica di Trieste. dipinti e disegni, Trieste/ Cinisello Balsamo 2001
Immagini del sentire, Immagini del sentire. I cinque sensi nell'arte, Milano 1996