L'opera apparteneva al ciclo "Il trionfo di Mussolini" presentato all'Esposizione Internazionale di Parigi del 1937. Il ciclo, composto da pannelli congiunti, raffigurava in successione alcune grandi personalità della storia italiana per concludersi con la figura di Mussolini. Il presente pannello era unito pittoricamente a quelli raffiguranti Verdi e Leopardi (cfr. OA 53034 e OA 53036): una stessa stanza che prosegue nei tre settori fa infatti da quinta ai personaggi. Elementi di congiunzione sono inoltre figure secondarie sullo sfondo (per gli altri pannelli superstiti conservati a Pordenone cfr. OA 53033, 53035, 53037-39). Lo stile pittorico, e la scelta cromatica che privilegia le terre, pongono il ciclo nell'ambito del recupero della tradizione nazionale di matrice Novecentista. L'intento di recupero della tradizione è testimoniato anche dalla tecnica scelta, la tempera encaustica, mentre la dimensione monumentale del ciclo riflette i dibattiti sul recupero della pittura parietale particolarmente vivi negli anni Trenta, a cui lo stesso Cagli aveva contribuito dalle colonne di "Quadrante" nel 1933, con "Muri ai pittori". Pur animato da un chiaro intento celebrativo del regime fascista, che appare nell'opera depositario e prosecutore della tradizione peninsulare, il ciclo non piacque a Galeazzo Ciano: troppo stralunate, lontane dall'ideale di classicità romana vi apparivano le figure. Il ciclo venne pertanto coperto da una mano di pittura bianca alla vigilia dell'esposizione parigina dove, pur presente, non poté dunque essere ammirato.
Corrado Cagli, Corrado Cagli all'Expo di Parigi del 1937. Le tavole del Museo Civico di Pordenone, Pordenone 2004