Trionfo di Mussolini: Lorenzo il Magnifico, dipinto

Oggetto
dipinto
Soggetto
ritratto di gruppo: Lorenzo il Magnifico, Donatello e Leon Battista Alberti
Autore
Cagli Corrado (1910/ 1976)
Cronologia
1937
Misure
cm - altezza 230, larghezza 204
Codice scheda
OA_53039
Collocazione
Pordenone (PN)
Palazzo Ricchieri
Museo civico d'arte di Pordenone

L'opera appartenva al ciclo "Il trionfo di Mussolini" presentato all'Esposizione Internazionale di Parigi del 1937. Il ciclo, composto da pannelli congiunti, raffigurava in successione alcune grandi personalità della storia italiana per concludersi con la figura di Mussolini. Il presente pannello è legato pittoricamente a quello raffigurante Cristoforo Colombo (OA 53038): lo sfondo delle due immagini è rappresentato dalla continuazione di un unico paesaggio (per gli altri pannelli superstiti conservati a Pordenone cfr. OA 53033-7). Al centro del dipinto è posto Lorenzo il Magnifico. La figura di destra rappresenta un architetto, come suggeriscono il rotolo di carta e il compasso che questi tiene in mano, con ogni probabilità Leon Battista Alberti (o forse Brunelleschi), le cui fattezze sembrano dedotte dal supposto ritratto mantegnesco conservato agli Uffizi. La figura di sinistra rappresenta probabilmente Donatello. Il copricapo a turbante e la foggia della barba riprendono infatti il ritratto di Donatello conservato al Louvre e attribuito a Paolo Uccello. Lo stile pittorico e la scelta cromatica che privilegia le terre, pongono il ciclo nell'ambito del recupero della tradizione nazionale di matrice Novecentista. L'intento di ripresa della tradizione è testimoniato anche dalla tecnica scelta, la tempera encaustica, mentre la dimensione monumentale del ciclo riflette i dibattiti sul recupero della pittura parietale particolarmente vivi negli anni Trenta, a cui lo stesso Cagli aveva contribuito dalle colonne di "Quadrante" nel 1933, con "Muri ai pittori". Pur animato da un chiaro intento celebrativo del regime fascista, che appare nell'opera depositario e prosecutore della tradizione peninsulare, il ciclo non piacque a Galeazzo Ciano: troppo stralunate, lontane dall'ideale di classicità romana vi apparivano le figure, dai volti spesso asimmetrici. Il ciclo venne pertanto coperto da una mano di pittura bianca alla vigilia dell'esposizione parigina dove, pur presente, non poté dunque essere ammirato.

BIBLIOGRAFIA

Corrado Cagli, Corrado Cagli all'Expo di Parigi del 1937. Le tavole del Museo Civico di Pordenone, Pordenone 2004