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Canova (1757-1822) è rappresentato in una positura di tre quarti nell'atto di modellare una figura in creta, collocata in primo piano sulla destra del quadro. Il celebre scultore, con panciotto giallo e rendingote azzurra, è ritratto in posizione eretta, lo sguardo assorto e nel contempo vivace. La mano sinistra dell'artista è appoggiata sul modello in creta, mentre la destra, abilmente scorciata, sembra partecipare all'attività creativa del maestro.
La critica si è trovata concorde nel far risalire questo ritratto al periodo romano di Politi (COMELLI 1947a, pp. 24, 55; PAVANELLO 1978, p. 275; Rizzi 1978, p. 503; Mazzocca 1989, p. 134; Reale 1990, p. 98; Bergamini 1994a, p. 104), quando l'artista si era recato nella capitale per studiare assieme ad Hayez e De Min. In quegli anni altri due pittori - Gaspare Landi (1806, Roma, Galleria Borghese) e Andrea Appiani (1806-1808, Milano, Galleria Civica d'Arte Moderna) - ritrassero il famoso scultore ormai di mezz'età e con una pronunciata calvizie. E la loro descrizione sembra fedele a quella tramandataci da Francesco Hayez nelle sue "Memorie". L'aspetto ancora giovanile di Canova ritratto da Politi in una posa meno convenzionale porta ad avvicinare questa versione a quella realizzata da Thomas Lawrence (1818, Possagno, Casa del Canova), Il che giustificherebbe l'attribuzione al 1822 data da Rota.
Bergamini G., Per una storia del ritratto pittorico nel Friuli-Venezia Giulia. Dalla metà del Seicento alla metà dell'Ottocento, in Più vivo del vero. Ritratti d'autore del Friuli Venezia Giulia dal Cinquecento all'Ottocento, Cinisello Balsamo (MI) 2003
Pavanello G., Una traccia per Michelangelo Grigoletti, in Michelangelo Grigoletti, Pordenone 2002
Bergamini G., I Musei del Castello di Udine. La Galleria d'Arte Antica. La Pinacoteca, Udine 1994