in basso a sinistra: NINO PERIZI_53
Il dipinto raffigura alcune barche ormeggiate tra le quali si scorge una figura femminile con ampio cappello, mentre in secondo piano emergono dall'acqua i musi di due tori dalle ampie corna.
Il dipinto fu presentato alla Biennale Triveneta di Padova e poi premiato, nella sezione riservata agli artisti giuliani, alla Mostra Nazionale dell’Università con la seguente motivazione della giuria: “È stato prescelto, fra i quadri esposti dai pittori originari della Venezia Giulia, dagli espositori delle altre regioni d’Italia”. Venne successivamente acquisito dall’ateneo triestino, scegliendolo fra le opere presentate appunto alla mostra del 1953.
Il dipinto è una sagace commistione dell’iniziale “realismo”, risalente ai primi anni Quaranta, e le sperimentazioni cubiste. Decio Gioseffi, che si occupò della mostra in veste di segretario, nel “Giornale di Trieste” tentò di inquadrare le diverse opere classificandole in tre categorie: i tradizionalisti, gli astrattisti e un gruppo più eterogeneo, espressionista in senso lato ("ogni forma d’espressione che parta dal dato naturale, forzandolo in modo da accentuarne, di volta in volta, gli elementi che l’artista ha giudicato più significativi"). In questa categoria fu inserito il dipinto di Perizi: "d’impianto largamente scenografico [Perizi] organizza in un solido ordine architettonico i temi umani della notte, del bivacco, del guado con una disposizione sentimentale che non è fuori luogo chiamare epica" (in 1953: L'Italia era già qui, 2009, pp. 71 e 155).
Nino Perizi dimostrò sempre un’astuta capacità eclettica. Fu un attento osservatore dell’arte di Renato Birolli e delle sperimentazioni di “Corrente” e “Fronte nuovo delle arti”. Nelle opere che vanno dal 1945 e in quelle dei primi anni Cinquanta derivò il colore e i contorni marcati da Guttuso e dalla pittura Fauve e dal Primitivismo l’aspetto semplificato delle forme. Nel 1954 si avvicinò prevalentemente al cubismo di Picasso, soprattutto alla sua geometrizzazione grafica: "È stato l’alfiere del movimento per la pittura moderna a Trieste. Tende ad una compenetrazione dei temi umani figurativi ed una ritmica lineare “festonata” di lontana origine cubista" (D. Gioseffi – da una nota datata 1953 – in 1953 L’italia era già qui, 2009, p. 146). Progressivamente Perizzi essenzializzò l’ossatura dell’immagine, la superficie pittorica venne così suddivisa in zone piatte sulle quali insisteva l’incrocio di linee ortogonali, diagonali e curve. Omaggio a Garcia Lorca è una sintesi personale di queste esperienze formali e il dipinto che traspare in filigrana è Pesca notturna ad Antibes di Pablo Picasso (1939).
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