Natura morta in blu, dipinto, Salietti Alberto, XX

Oggetto
dipinto
Soggetto
natura morta con vasi
Autore
Salietti Alberto (1892/ 1961)
Cronologia
1953 ca.
Misure
cm - altezza 59.5, larghezza 50
Codice scheda
OA_53976
Collocazione
Trieste (TS)
Università degli Studi di Trieste
smaTs. Sistema museale dell'ateneo di Trieste. Mostra 1953-1954
Iscrizioni

Su un tavolino coperto da una tovaglia blu sono disposti ordinatamente, in primo piano, un melograno, un vaso a bicchiere in vetro con fiori e un vaso blu con motivi bianchi; in secondo piano, una mela e un limone affiancati e un secondo vaso dorato decorato da fiori; più indietro, infine, una bottiglia biansata di ceramica e una tazzina da tè. Il tutto si staglia su un fondo suddiviso in due campiture di due diversi toni di rosa.

La raffinata e suggestiva opera di Salietti, nata quale ideale pendant della Natura morta coi frutti (già Ney York, Graphic Society Collection), piacque molto anche al suo creatore tanto da chiederne la momentanea restituzione per un’esposizione a Livorno nell’aprile del 1954. Il dipinto però rimase al suo posto, secondo quanto stabilito dal regolamento dell’esposizione. Tuttavia, non senza una punta di sarcasmo, Salietti scriveva nella stessa lettera del 21 febbraio, probabilmente sapendo già la risposta che avrebbe avuto: “Da una rivista triestina vedo che anche da voi gli allori sono ormai sempre per quelli. Beati loro. E vendite nulla? Molti ossequi e cordialità”. Del resto, la sua posizione politica e il ruolo di primo piano ricoperto in Novecento, lo avevano ormai messo fuori gioco da qualsiasi premiazione di prestigio nel dopoguerra, eccezion fatta per i premi Marzotto ricevuti nel 1955 e 1957. Aveva però, precisamente in quel momento tra 1952-53, ritrovato un eccellente mestiere che si esprimeva al meglio proprio con le nature morte. Anche Natura morta in blu effettivamente non tradì questo stato di grazia e, il vaso blu in primo piano su fondo blu, si impone come immagine di altissimo raggiungimento tecnico e formale. Il dipinto fu realizzato a Chiavari, ormai dimora stabile di Salietti e venne valutato dallo stesso pittore con la ragguardevole cifra di duecentoventimila lire.

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