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Al centro della scena due soldati raggiungono Rinaldo adagiato sul proprio mantello. L’episodio si svolge all’aperto, nel giardino incantato di Armida, sullo sfondo si nota un edificio.
Rinaldo era un principe condottiero cristiano che aveva salvato i compagni dal maleficio inferto dalla bella maga Armida che su incarico di Satana aveva trasformato tutti i soldati in mostri. Armida aveva allora giurato che si sarebbe vendicata. Mentre Rinaldo si trovava in preda a un sogno incantato Armida decise di portare a termine la propria vendetta ma nel momento in cui rivolse lo sguardo al condottiero, se ne innamorò. Dopo averlo issato su un carro e legato con lacci fioriti, lo condusse nel proprio giardino dove sopraggiunsero due soldati, Carlo e Ubaldo che si erano mossi alla ricerca del condottiero perduto. I soldati colsero i due innamorati adagiati nel giardino, Rinaldo, destatosi improvvisamente dal torpore amoroso prese commiato da Armida e tornò a combattere, la maga prima di abbandonarsi al deliquio inveì contro l’amante. L’episodio è narrato nel sedicesimo canto del poema, nell’affresco sanvitese è rappresentato il momento in cui i soldati ritrovano Rinaldo: Ma quando l'ombra co i silenzi amici/ rappella a i furti lor gli amanti accorti/ traggono le notturne ore felici/ sotto un tetto medesmo entro a quegli orti./ Ma poi che vòlta a piú severi uffici/ lasciò Armida il giardino e i suoi diporti/ i duo, che tra i cespugli eran celati,/ scoprirsi a lui pomposamente armati. (per la decorazione complessiva della stanza si veda la scheda OA 56159).
[Bergamini G.], Guida Artistica del Friuli Venezia Giulia, Passariano di Codroipo (UD) 1999
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