Vita di Sant'Egidio, dipinto murale, ambito friulano, XIV

Sono visibili due riquadri delimitati da una cornice sovrastanti una fascia a finto marmo. Nel riquadro di maggiori dimensioni è riconoscibile un cavallo che porge una zampa ad un personaggio maschile identificato con sant'Egidio; all'estrema destra è presente una figura femminile. Tra le due figure è presente un ceppo sporco di sangue. Nel secondo riquadro è rappresentata una santa martire riccamente abbigliata.

L'affresco, recuperato a seguito della distruzione della chiesa di San Giovanni Battista durante il sisma del 1976, è ampiamente danneggiato e lacunoso. Lo spazio pittorico è suddiviso in due riquadri da una cornice bianca rossa e bianca e sovrasta uno zoccolo, anch'esso dipinto, a finto marmo intervallato a foglie verdi. Nel primo riquadro è possibile riconoscere un cavallo che porge una zampa ad un uomo e un ceppo insanguinato che ha reso possibile identificare la scena come un episodio della vita di S. Egidio: avendo difficoltà a ferrare il cavallo il santo gli tagliò la zampa e la ferrò comodamente per poi riattaccarla miracolosamente. Nel secondo riquadro è raffigurata una santa martire non meglio identificata, è proprio l'abbigliamento di quest'ultima però a consentire un'ipotesi di datazione: la veste molto accollata e i polsini molto stretti bordati di passamaneria rimandano alla prima metà del XIV secolo. Tale datazione trova conferma nella notizia della consacrazione della chiesa nel 1337. L'opera, di proprietà del museo civico di Gemona è visibile dal 2006 nell'ex chiesa di San Michele Arcangelo annessa all'antico ospedale.