in basso a destra: Celesnig pinse/ 1860
Due popolane, servolane, che contano monete con un villico alle loro spalle.
Il brano pittorico è l’unico firmato tra i dipinti con soggetti di genere, soprattutto costumi tipici dell’area giuliana e istriana, presenti nella collezione Fonda Savio, raccolti evidentemente con spirito più etnografico che prettamente artistico. La firma G. Celesnig è relativa a un autore di cui si conoscono pochissime opere, per lo più comparse sul mercato antiquario negli ultimi due decenni, cui tuttavia si può fare riferimento in questo caso per confermare l’autografia del dipinto, in altri per avanzare ipotesi attributive, come nel caso di una Mandriera della stessa collezione.
In questo caso il dipinto raffigura due giovani intente a contare denaro, probabilmente ricavato dalla vendita del pane trasportato con le ceste visibili al loro fianco ormai vuote, osservate con attenzione da un uomo, forse malintenzionato, in abiti tipici ma con i pantaloni stracciati. Si tratta di due “pancogole”, donne provenienti all’abitato di Servola dedite alla preparazione di pagnotte particolari, note per aver vinto un concorso per il miglior pane dell’Impero, indetto nel 1756 dagli Asburgo. Queste artigiane, invitate alla corte di Vienna per insegnare i loro segreti di panificazione, sono state descritte dalle fonti sin dal Cinquecento e, tra i materiali della collezione Fonda Savio, sono presenti in una litografia edita da Favarger su disegno di Eugenio Pessi dal titolo Servolane.
De Grassi, Massimo, Schede, in "Ricorda e Splendi". Catalogo delle opere d'arte dell'Università degli Studi di Trieste, Trieste 2024
Paris L., Guida al Lascito Antonio Fonda Savio, Trieste 2015
Paris L., La sezione iconografica del Lascito Antonio Fonda Savio nel Sistema museale dell'Ateneo triestino, in Archeografo Triestino, Trieste 2013, serie 4, n. 63 (123)