Castello di Duino, dipinto, Rosè Antonio, XIX

Oggetto
dipinto
Soggetto
veduta di Duino: castello
Autore
Rosè Antonio (1848/ 1918)
Cronologia
1879
Misure
cm - altezza 47.5, larghezza 63.5
Codice scheda
OA_125102
Collocazione
Trieste (TS)
Sede del Dipartimento studi umanistici
smaTs. Archivio degli scrittori e della cultura regionale. Lascito Fonda Savio
Iscrizioni

Veduta del Castello di Duino.

Figlio di Giovanni Luigi Rosé (1806-1884), anche lui paesaggista e soprattutto autore di nature morte di gusto seicentesco e quadri di genere, Antonio Rosé, o Rose, ha al suo attivo una ricca produzione di nature morte; fino al 1906 conservò la cittadinanza francese, poi richiese e ottenne quella austriaca. Fu socio attivo del Circolo Artistico Triestino ed espose con frequenza nella città giuliana.
L’opera mostra i due castelli costruiti nel corso dei secoli a Duino su due promontori scoscesi a picco sul mare, Castel Vecchio e Castel Nuovo. Il nucleo fortificato del primo, da secoli in rovina, risale all’undicesimo secolo, ma le prime citazioni storiche del vecchio maniero risalgono a Plinio il Vecchio. Il secondo invece, di proprietà dei Principi della Torre e Tasso, è stato costruito nel 1300 sulle rovine di un avamposto romano e più volte rimaneggiato fino alla forma attuale. Nella piccola insenatura tra i due costoni rocciosi si scorge il cosiddetto “scoglio Dante”, che si narra essere stato il luogo di meditazione di Dante Alighieri nel periodo in cui, esiliato da Firenze, era ospite dei Walsee allora signori del castello.
L’autore si concentra sulla distanza visiva tra i due complessi, resa con un tratto impeccabile e degno di un miniaturista, puntando sulla dimensione altamente spettacolare dell’ambiente che li circonda, visto che entrambi gli edifici si ergono sugli altissimi scogli. L’impostazione del dipinto, molto accurato nella stesura, a tratti quasi lenticolare, non è però originale, ricalca infatti alla lettera la struttura della celebre incisione di Anton August Tischbein pubblicata nelle Letture di Famiglia. Opera illustrata con incisioni in acciaio che si pubblica dalla sezione Letterario-Artistico del Lloyd Austriaco (Annata I, Trieste 1853) e in seguito più volte riprodotta anche come litografia, a colori e no.
Unica piccola ma molto significativa variante rispetto al prototipo, la presenza ben evidenziata sullo sfondo dell’inconfondibile profilo del Castello di Miramare, che nel 1853 ancora non esisteva e nel 1879 era invece stato ormai completato.

BIBLIOGRAFIA

De Grassi, Massimo, Schede, in "Ricorda e Splendi". Catalogo delle opere d'arte dell'Università degli Studi di Trieste, Trieste 2024

Paris L., Guida al Lascito Antonio Fonda Savio, Trieste 2015

Paris L., La sezione iconografica del Lascito Antonio Fonda Savio nel Sistema museale dell'Ateneo triestino, in Archeografo Triestino, Trieste 2013, serie 4, n. 63 (123)

De Farolfi F., Catalogo delle stampe triestine dal XVII al XIX secolo, Trieste 1994