Veduta della Piazza di Capodistria.
Il dipinto, non firmato né datato, illustra la Piazza principale di Capodistria vista dall’edificio cinquecentesco che ospitava l’armeria e la foresteria; fu riprodotto su “Pagine Istriane” nel 1950 con l’attribuzione a Ippolito Caffi (s.III, I, 4 (Novembre 1950), p. 314). Un’attribuzione, quella a Caffi, che ha accompagnato il dipinto nella sua storia collezionistica e critica (confermata da L. Paris, 2013 e 2014) ma che non sembra trovare riscontri nei confronti stilistici con l’opera autografa del pittore bellunese. Basti pensare alla vistosa scorrettezza prospettica nella restituzione pittorica del campanile, impensabile per un artista che era stato docente di quella materia all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Oltre a questo non corrisponde nemmeno la morfologia delle numerose macchiette, qui piuttosto precise e ben descritte e invece evocative e sintetiche in Caffi. I caratteri del dipinto, comunque troppo generici per formulare attribuzioni alternative, fanno piuttosto pensare all’opera di un pittore non specialista nelle vedute, attivo nell’area nella prima metà dell’Ottocento.
De Grassi, Massimo, Schede, in "Ricorda e Splendi". Catalogo delle opere d'arte dell'Università degli Studi di Trieste, Trieste 2024
Paris L., Guida al Lascito Antonio Fonda Savio, Trieste 2015
Paris L., La sezione iconografica del Lascito Antonio Fonda Savio nel Sistema museale dell'Ateneo triestino, in Archeografo Triestino, Trieste 2013, serie 4, n. 63 (123)