Si tratta di 16 pettenelle che ornano parte di un ambiente al secondo piano di palazzo Andriotti (oggi sede della Biblioteca civica Vicenzo Joppi). Lo spazio dipinto è circoscritto da una cornice rettangolare al cui interno, su un fondo che imita una superficie lapidea, sono presenti ritratti (6) su fondo azzurro e stemmi (6) su fondo ocra circoscritti da un clipeo semplice e lineare realizzato a compasso e costituito da due fasce, rossa quella esterna e bianca quella interna. Gli stemmi che sono stati identificati fanno riferimento ai de Simeonibus e agli Andriotti.
Quello che oggi si presenta come un unico grande salone in origine doveva essere diviso in due ambienti: un’ipotesi fondata non solo sull’esame delle pettenelle – che presentano una netta separazione tra un primo nucleo composto da grottesche e stemmi localizzato nella parte a est (Soffitto E) e un secondo che vede, al lato opposto, alternarsi questi ultimi ai ritratti –, ma anche sul fatto che in questo modo è organizzato lo stesso spazio al piano inferiore dove, proprio in corrispondenza della porzione di soffitto con i ritratti in esame, ne è presente uno sostanzialmente identico, opera della stessa bottega di artisti (Soffitto A). Inoltre, in base a questa ipotesi, lo stemma della famiglia Andriotti, proprietaria dell’edificio e committente della decorazione, si troverebbe esattamente – e correttamente – al centro della supposta stanza con i volti, in una posizione quindi privilegiata. La committenza del soffitto va ragionevolmente attribuita agli Andriotti, giacché lo stemma famigliare è posto al centro del soffitto ed è l’unico sovrastato da un elmo con cimiero e lambrecchini. Gli altri, infatti, sono inseriti in scudi ‘alla veneta’ e sono provvisti di due nastri neri svolazzanti, posti ai lati, tipici della decorazione araldica del periodo rinascimentale. I volti rappresentano uomini e donne, giovani e anziani, quasi tutti di profilo o di tre quarti e rivolti sia a destra sia a sinistra. Pure se i ritratti sono stati realizzati mediante l’uso di mascherine, è comunque possibile riconoscere la cura e l’attenzione riservata ai dettagli, soprattutto nella resa dei tratti somatici e nella definizione delle acconciature. La realizzazione delle pettenelle va ragionevolmente assegnata alla bottega impegnata anche nei soffitti Maseri e Modena De Sabbata a Cividale del Friuli: molti fra i ritratti, infatti, mostrano comuni caratteri somatici, abiti e acconciature del tutto simili (così come la soluzione adottata per evidenziare i capelli ricci) e, soprattutto, la stessa attenzione ai dettagli. La realizzazione del soffitto, in base a considerazioni sia stilistiche sia iconografiche, potrebbe essere collocata tra il secondo e il terzo decennio del XVI secolo.
Fratta de Tomas F., Soffitti lignei in Friuli fra Medioevo e Rinascimento, Cinisello Balsamo (MI) 2019