soffitto, ambito friulano, XV

Oggetto
soffitto a pettenelle
Soggetto
stemmi, animali, busti maschili, motivi decorativi
Ambito culturale
ambito friulano
Cronologia
1480 ca. - 1490 ca.
Misure
cm - altezza 22, 19, larghezza 45, 44
Codice scheda
OA_130432
Collocazione
Polcenigo (PN)
Convento di San Giacomo

Il soffitto è composto da 38 pettenelle – 19 delle quali prive di decorazione in quanto sostituite – disposte lungo i lati maggiori dell'ambiente. L'orditura è formata da travi poste su altre di 'banchina', sorrette da semplici mensoline in pietra. Le pettenelle sono in buono stato di conservazione, pure se non mancano cadute di colore. Le cornici sono poste lungo tutte e quattro le pareti della stanza. Il fondo delle pettenelle è sempre dipinto uniformemente di nero e caratterizzato dall'inserimento di racemi vegetali che riempiono lo spazio attorno alle figure. In 6 tavolette sono presenti stemmi, inseriti in scudi e affiancati da cornucopie: le due 'armi' della casata giurisdicente – i conti di Polcenigo marchesi di Fanna (l'inquartato d'oro e di rosso, Polcenigo; interzato incappato di nero, d'argento, di nero, al capo del secondo, Fanna) – e il simbolo dell'ordine francescano. In 5 pettenelle sono presenti ritratti di personaggi laici ed ecclesiastici alcuni dei quali accompagnati da cartigli, mentre in due sono raffigurate altrettante figure umane colte di profilo, una delle quali mima un gesto osceno con il pollice inserito tra l'indice e il medio, la cosiddetta mano fica. Un segno che andrebbe ragionevolmente interpretato come un gesto volgare di disprezzo e che in origine forse era rivolto a ciò che era rappresentato nella tavoletta successiva, oggi purtroppo mancante. La pettenella successiva potrebbe essere identificata forse con quella raffigurante un busto maschile recante un vessillo bianco: giacché il soffitto fu smontato e poi ricomposto, è possibile, infatti, che non sia stata mantenuta l'originaria sequenza delle tavolette. In particolare, il vessillo bianco potrebbe alludere alla Fede, mentre il gesto con il dito indice alzato indicherebbe il carattere ammonitivo della tavoletta. Nelle restanti tavolette sono raffigurati animali reali e fantastici. In particolare, sono presenti una lepre e un uccello con la testa rivolta all'indietro, volatili affrontati con i colli che si intrecciano e una sirena. La rappresentazione di animali, reali o fantastici, sembra rispondere in questo caso a istanze dottrinali con la funzione di illustrare virtù e vizi e ricordare il costante pericolo di incorrere nel peccato.

Il soffitto è databile alla fine del XV secolo, ipotesi suggerita sia da considerazioni stilistiche e iconografiche sia dalla tipologia degli scudi nei quali sono posti gli stemmi – che già tendono alla forma di quelli ‘alla veneta' –, e, soprattutto, dal fatto che proprio in questo periodo, negli anni 1483 e 1491, sono registrati importanti lavori nel convento. La soluzione delle cornici poste lungo tutte e quattro le pareti della stanza in Friuli si registra solamente nei soffitti del castello di Strassoldo (Ud) e di palazzo Giacomelli a Udine. Può essere rilevato, inoltre, che gli animali reali e fantastici non sono isolati da un arco come nelle pettenelle udinesi di palazzo Manin, quelle cividalesi dei palazzi Formentini di Cusano e de Nordis Fontana. Riguardo al gesto osceno compiuto da una delle figure, la cosiddetta mano fica, come detto, esso era verosimilmente rivolto a ciò che era rappresentato nella tavoletta successiva. È probabile che in quest'ultima, infatti, fosse presente una figura che ammoniva a praticare una virtù o ad abbandonare un vizio. Con questo significato, infatti, tale gesto è raffigurato anche nell'Allegoria della povertà (basilica inferiore di Assisi, volta a crociera dell'altare maggiore), dove, nell'angolo inferiore destro, tre giovani – che simboleggiano i peccati capitali della superbia, dell'invidia e dell'avarizia – rifiutano l'invito di un angelo a seguire l'esempio francescano: quello con un falcone al braccio – la Superbia – indirizza alla Povertà lo stesso gesto osceno raffigurato nella pettenella. Un gesto di disprezzo che ricorre anche nelle rappresentazioni della flagellazione di Cristo, come nel Cristo in pietà e simboli della Passione di Niccolò di Pietro Gerini (1406-1415, Arezzo, Museo nazionale d'arte medievale e moderna). Il significato morale ed edificante del tutto è rafforzato inoltre dai caratteri somatici dei due personaggi: grossolano e quasi grottesco il primo, nobile e sereno il secondo.

BIBLIOGRAFIA

Fratta de Tomas F., Soffitti lignei in Friuli fra Medioevo e Rinascimento, Cinisello Balsamo (MI) 2019