in basso a destra: CIARDI VENEZIA 1892
La tela è occupata per metà dalla quinta architettonica delle Fondamenta delle Zitelle, di cui l'artista ci descrive le case e l'andirivieni mattutino: il ritorno a riva delle barche, i giochi dei bimbi seduti per terra, le tende che riparano dal sole botteghe, le osterie, la biancheria stesa ad asciugare sull'altana. Sullo sfondo si vede la grande cupola della chiesa del Redentore. Nella parte sinistra, invece, lo sguardo si perde sulla superficie increspata dell'acqua fino alla lontana isola di San Giorgio che si intravede sulla linea azzurrina dell'orizzonte fra le vele che solcano il bacino di San Marco.
Già nel 1889 Guglielmo Ciardi, in una lettera ad Alfredo Tominz (AA, 1889), sollecitava il Curatorio del museo triestino a pronunciarsi sull'eventuale acquisto di una sua opera, offrendo anche insolite facilitazioni nelle modalità d'acquisto (si veda a tale proposito il diverso atteggiamento tenuto in circostanze analoghe da Pietro Fragiacomo), ma il desiderio dell'artista di vedere una sua opera esposta nelle gallerie triestine si concretizzò appena cinque anni dopo, quando una delegazione del curatorio espressamente recatasi all'Esposizione Internazionale di Monaco decise l'acquisto di ben cinque opere, tra le quali il Mattino alla Giudecca di Ciardi (pagato 2835 marchi) e l'Ave Maria di Luigi Nono. Il luogo, il canale della Giudecca a Venezia, è uno dei più frequentati dall'artista, che in più occasioni lo aveva colto da diverse angolature (Alla I Esposizione del Circolo Artistico Triestino del 1890, lo stesso Ciardi aveva esposto un Canale della Giudecca, presumibilmente di ridotte dimensioni visto il prezzo (450 fiorini). Un piccolo dipinto dal titolo Alla Giudecca era poi comparso all'Esposizione di studi e bozzetti organizzata dal medesimo sodalizio triestino nel maggio 1903. La prima presenza ufficiale di Ciardi a Trieste risale comunque al 1873, quando il suo Verso sera era apparso alla quinta Esposizione della Società di Belle Arti. Tipico prodotto degli anni della maturità, Mattino alla Giudecca è sintomatico di un approccio al tema vedutistico largamente debitore della lezione settecentesca, sostanziato da una finezza esecutiva notevolissima, specie nei delicati passaggi tonali che illustrano gli effetti atmosferici: pur superando certi manierismi accademici "il Maestro rimane [...] fedele all'arte più degna di lui e ritorna con gioia all'espressione diretta e sincera delle impressioni ricevute all'aperto" (Pospisil, 1946, p. XXVI).
Museo Revoltella Trieste, Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004
Arte d'Europa, Arte d'Europa tra due secoli: 1895-1914. Trieste, Venezia e le Biennali, Milano 1995
Pospisil M./ Pospisil F., Guglielmo Ciardi, Firenze 1946