In difesa dell'onore, dipinto, Carlini Giulio, XIX

Oggetto
dipinto
Soggetto
orientale difende una donna
Autore
Carlini Giulio (1826/ 1887)
Cronologia
1859
Misure
cm - altezza 111, larghezza 84.5
Codice scheda
OA_131692
Collocazione
Trieste (TS)
Palazzo Revoltella
Civico museo Revoltella
Iscrizioni

NR: G. CARLINI TRIESTE 1859

Un uomo in abiti orientali, con il turbante sul capo, brandisce la scimitarra in difesa di una fanciulla a busto scoperto che si appoggia al suo petto in cerca di protezione.

Grazie al cospicuo legato della baronessa Emma Petrettini de Lutteroth, ufficialmente accettato con una lettera del conservatore Alfredo Tominz all'esecutore testamentario Krauseneck (21 giugno 1918), il dipinto in esame entrava a far parte delle collezioni della Galleria d'arte, assieme a circa una trentina di opere di diversi artisti importanti, per lo più stranieri. Quest'opera di Giulio Carlini, pittore veneziano che frequentò l'Accademia di Venezia intorno agli anni quaranta del XIX secolo, sotto la guida di Ludovico Lipparini, è menzionata con titolo abbreviato, assieme ad altre tre opere dell'artista, in un articolo pubblicato su "Il Tempo" di Trieste nel 1864. Nel recensire l'Esposizione pubblica triestina di Belle Arti del mese di novembre, l'anonimo giornalista, esprimendo un giudizio non propriamente celebrativo nei confronti delle opere di Carlini, così scrive: "Nel Cristoforo Colombo nel Paggio nella Maria Stuarda e nella Difesa non abbiamo che un debole riflesso delle produzioni del brioso Carlini; pennello troppo lesto di maniera a darci, in men che si recita un rosario, un pensiero abbozzato e dipinto. Molti appunti si potrebbero fare alla sua matita ed al suo colorito, ma ad onta di ciò", conclude il critico rilevandone infine gli aspetti positivi, "le sue opere hanno della malia che impone l'ammirazione". Artista formatosi nell'ambito della tradizione coloristica veneta, Carlini pur specializzatosi nella ritrattistica e nella pittura di storia fu molto apprezzato anche per la produzione di quadri di genere e di gusto orientalista, quale il dipinto in esame. "Di una fantasia brillantissima e feconda, dalla tavolozza smagliante dei più armoniosi colori, pieno di brio, dalla pennellata larga e grandiosa [...] era lavoratore instancabile, ed in breve volger d'anni", ricorda tra il 1940 e il 1945 Nora Mainella nipote del pittore, "riuscì tanto in rinomanza da essere considerato uno dei pittori migliori di quell'epoca, tanto che la più eletta come la più colta società veneziana e forestiera andava a gara nel colmarlo di favori e di commissioni" (Mainella s.d., p. 8). Presente fin dal 1847, ancora studente accademico, alle esposizioni venete, il nome di Giulio Carlini compare ripetutamente sui giornali triestini (Osservatore Triestino, Il Pulcinella, Il Tempo, Il Cittadino, Il Progresso, L'Adria, ecc.) tra la metà degli anni cinquanta e fino alla metà dell'ottavo decennio dell'Ottocento, in concomitanza con le esposizioni d'arte organizzate in questa città, via via, dalla Società triestina di Belle Arti, dalla Società Schiller e in altre occasioni ancora. «E Trieste pure fu campo delle sue gloriose gesta" ricorda infatti la nipote" ed anche in questa città a più riprese stette qualche anno, tante e tante erano le commissioni di ritratti e decorazioni eseguite, fra le quali quella del Teatro Comunale della città» (Mainella, p. 9). È pertanto probabile che proprio nell'ambito della suddetta esposizione del 1864, il barone de Lutteroth, come molti altri suoi illustri concittadini, particolarmente sensibile all'arte e alle proposte espositive dell'epoca, acquistasse il dipinto di Carlini, confluito, dopo la morte della consorte Emma Petrettini, nelle raccolte del Museo Revoltella. Nel dipinto esaminato che, con altre quattro opere dell'artista veneziano (Marin Falier, Monaca, Ritratto di Giorgio Chiostergi, Ritratto di Maria Simeoni Chiostergi e Donna e bambino), rappresenta adeguatamente al Museo Revoltella la sua attività artistica, non si può escludere che al di là della "difesa" dell'onorabilità della giovane donna ritratta, Carlini abbia desiderato metaforicamente alludere alla difesa dell'onore del popolo greco, come ipotizza Paola Lodola nel rimarcare la "propensione" di questo pittore romantico a "trattare sovente il tema storico" (Lodola 1998, p. 111).

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BIBLIOGRAFIA

Gregorat S., Schede, in Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004

Lodola P., Schede, in Gli orientalisti italiani. Cento anni di esotismo 1830-1940, Venezia 1998

Mainella N., Il pittore Giulio Carlini nei ricordi della nipote Nora Mainella,, Venezia s.d.

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