in basso a sinistra: G. Zangrando / Roma
La donna, completamente vestita di nero, è ritratta di profilo, scomodamente inginocchiata su un inginocchiatoio anch'esso nero. Collocata all'interno di una chiesa, la figura, posta in primo piano, spicca sulla pavimentazione chiara, mentre nell'ombra dello sfondo si scorgono altre devote raccolte intorno agli altari laterali.
Assieme a poco più di una ventina di dipinti di varia tipologia e di autori diversi (locali e nazionali), donati dal barone Rosario Currò nell'agosto del 1929, entrò a far parte delle collezioni del Museo Revoltella anche il presente ritratto di Zangrando, da lui eseguito al termine del suo soggiorno romano (1893-94), vinto grazie al premio Rittmeyer subito dopo l'importante esperienza maturata dal pittore a Monaco di Baviera (1989-1893). Compagno di studi di Veruda e Wostry, che intrapresero un'analoga formazione artistica, pur con esiti poi alquanto diversi, al suo ritorno definitivo a Trieste (1895) aprirà un suo studio molto frequentato e più tardi una rinomata scuola di pittura, assieme a Guido Grimani (1905-1914). Presente alla biennale veneziana del 1907, Zangrando parteciperà anche a diverse Esposizioni sindacali. L'opera qui esaminata, che risente moltissimo della ritrattistica tedesca a cavallo tra fine '800 e inizio '900, pittura scura dalla marcata dinamica chiaroscurale, "ferma nel richiamo, in chiave d'un realismo luministico, ai grandi maestri del passato" (Da Nova, in Zangrando 1984, p. 28), evidenzia nel contempo anche una certa attenzione dall'artista per le potenzialità offerte dalla riproduzione fotografica. Maggiormente istintivo, infatti, nei bozzetti e negli schizzi (Sibilia, 1922), è evidente che Zangrando non disdegnasse di servirsi anche del mezzo fotografico, "ai fini di una più veloce riuscita pittorica", come ebbe modo di osservare nello studio monacense di Franz von Lenbach, assieme ad altri allievi, pur nella convinzione che a contare sia soprattutto "il mestiere, quello di pittore". Oltre al ritratto in esame, il Museo Revoltella possiede di questo artista di origini cadorine anche uno splendido ritratto a pastello della moglie, un autoritratto del 1917 ed altre sei opere di cui tre ritratti, una veduta, una natura morta e una figura di donna in giardino.
Gregorat S., Schede, in Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004
Molesi S./ Da Nova R., Giovanni Zangrando, Trieste 1984
Sibilia S., Pittori e scultori di Trieste, Milano 1922