Garanghelo, dipinto, Veruda Umberto, XIX

Oggetto
dipinto
Soggetto
figure femminili
Autore
Veruda Umberto (1868/ 1904)
Cronologia
1892
Misure
cm - altezza 178, larghezza 138
Codice scheda
OA_131779
Collocazione
Trieste (TS)
Palazzo Revoltella
Civico museo Revoltella
Iscrizioni

in basso a destra: VERUDA / VENEZIA / 1892

Quattro donne riunite intorno ad un tavolo, tre sedute e una in piedi in secondo piano a sinistra, trascorrono in libertà il tempo della merenda chiacchierando tra loro. Sul tavolo un'anguria aperta e grappoli d'uva bianca e nera.

Il titolo Garanghelo, voce del dialetto veneziano che significa "merenda, baldoria", ben si addice a questa rutilante scena di genere con cui Veruda, rientrato da Venezia, sorprese il pubblico triestino dopo cupi interni di chiesa e tranches de vie alto-borghese. L'ambizioso quadro, realizzato nella città lagunare nell'estate del 1892 e destinato all'esposizione di Budapest ("Il Piccolo"), sembra riproporre su un piano popolare le schermaglie galanti raffigurate nei dipinti che avevano portato l'artista al successo pochi mesi prima. La conversazione mondana di Quartetto è infatti trasferita da un salotto neosettecentesco strabocchevole di fiori in un interno che sta a metà tra l'atelier di un pittore e la bottega di un rigattiere. Se nel quadro della serie "high life" tre eleganti signore si contrapponevano a un galante gentiluomo, ora è un trio di popolane ad affrontare un monello sfacciato dalle labbra carnose, non lontano dagli esuberanti modelli del primo Irolli. Nella popolana di spalle, dallo stretto corpetto e dall'orecchino ad anello, si riconosce la modella della Venditrice di frutta, dipinto eseguito a Venezia negli stessi mesi, ma l'atteggiamento della figura riprende, anche se in maniera più disinvolta, quello della donna al centro di Quartetto, così come la giovane di profilo ripete la posa della donna castana di Terzetto, che sarà quella di Ortensia nel doppio ritratto dei fratelli Schmitz. Quando Garanghelo fu esposto a Trieste, nel negozio di Schollian, nell'autunno del 1892, a Veruda arrideva un discreto successo dopo la notizia del prestigioso acquisto di tre suoi quadri da parte dell'imperatrice d'Austria. Così come l'altro quadro veneziano esposto pochi giorni prima da Schollian, Venditrice di frutta, fu prontamente venduto, Garanghelo entrò nella raccolta del barone Rosario Currò, pervenuta per legato nel 1929 nelle raccolte civiche. In occasione della mostra postuma del 1904 e della monografia di Benco del 1907, Garanghelo era l'unica opera del brillante biennio 1891-92 a rappresentare questa fase del pittore. Una volta entrato nelle collezioni del Museo Revoltella ed esposto nella sala dedicata all'artista, il quadro godette invece di una fortuna sempre minore, non rientrando nello schema critico inaugurato da Benco di un Veruda "impressionista", innovatore della pittura triestina. All'interno della carriera del pittore il dipinto rappresenta infatti in maniera inequivocabile l'abile sforzo di corrispondere alle richieste del mercato.

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BIBLIOGRAFIA

Arich de Finetti D., Schede, in Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004