in basso a destra: 1943 V. Bergagna
Il pittore riprende uno scorcio domestico con un piccolo tavolino e una credenza affollata di vasi, brocche e piatti.
L'opera in esame, assieme ad un'altra Natura morta di Bergagna datata 1947, fa parte di un cospicuo dono della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che nel 1948 aveva stanziato la somma di 1.000.000 di Lire per l'acquisto di 23 opere destinate al Museo Revoltella. I due dipinti furono comperati nel 1952, ma, a causa di un'annosa questione burocratica con la Soprintendenza delle Antichità, incaricata dell'acquisto, giunsero al museo solo nel 1955. Il dipinto appartiene alla fase matura della produzione di Bergagna, affascinato, nel contempo, dal post-impressionismo francese e dalla pittura stenografica del ferrarese De Pisis. L'interno domestico è restituito con grande sensibilità cromatica e pennellate fugaci e materiche. La linea di contorno scompare per lasciare agli oggetti la possibilità di fondersi con lo spazio circostante, in maniera analoga a molti interni dei Nabis francesi, in particolare quelli di Pierre Bonnard. Nell'opera in esame l'artista sembra esprimere la propria "commozione di fronte agli oggetti amici" (Molesi): il vaso in metallo, posto a destra, è infatti lo stesso che ritroviamo in una Natura morta di otto anni prima, anch'essa di proprietà del Museo Revoltella. Come gran parte degli artisti italiani del secondo dopoguerra, impegnati nella reinterpretazione delle avanguardie europee del primo novecento dopo il tradizionalismo nazionalista del ventennio fascista, anche Bergagna abbandona il disegno nitido e le solide volumetrie della precedente produzione per un brillante cromatismo e un uso disinvolto della pennellata, che ricordano la pittura espressionista, ma, lontano da pretese ideologiche, sembra attribuire all'arte il compito di fermare sulla tela l'intimità del suo mondo quotidiano.
Bressan N., Schede, in Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004