in basso a destra: Breddo
Composizione informale.
Dipinto rappresentativo di una delle fasi più intense ed apprezzate della pittura di Gastone Breddo, questo Cartoccio sul muro venne esposto alla XXIX Biennale di Venezia, dove l'artista, invitato con una sala personale presentata in catalogo da Giuseppe Marchiori, ottenne il Premio Nazionale. In quest'occasione fu acquistato per la somma di 350.000 Lire dal Museo Revoltella, che, grazie alla mediazione dello scultore Mascherini, si aggiudicò anche il dipinto di Gentilini e le sculture di Viani, Franchina, Negri e Cappello per la spesa complessiva di 2.029.000 Lire. Eseguito nel 1958, dopo una produzione giovanile legata al novecentismo di Saetti e di Guidi, suoi maestri all'Accademia di Belle Arti di Venezia, e le sperimentazioni compositive neocubiste degli anni quaranta, l'olio in esame documenta l'approdo "a una piena riconquista del colore e di modulazione della materia, inizialmente risentendo anche della stagione informale nell'attenzione compositiva in funzione dell'espressività cromatica" (Segato in Gastone Breddo 2003, p. 7). In questi frammenti di realtà, affiorati al livello di coscienza dal profondo e dinamico fluire psichico e trasferiti sulla tela con istintiva gestualità, la forza evocativa del segno-colore favorisce sinestetiche percezioni, tanto che il cartoccio di fiori diviene per Breddo "un'invenzione architetturale che impedisce la dispersione nello spazio e nel tempo dei colori e profumi della risonanza intima della natura" (Segato, ibidem, p. 9). Il pittore non si avvale qui di una marcata impalcatura volta a contenere le emozioni visive, ma crea "una trama sottile di accordi, una sequenza di toni aggraziati, in una specie di penombra morbida e vellutata" (Marchiori 1958, p. 65), dove si alternano colori materici e delicate trasparenze, che alludono, nel contempo, alla concretezza del reale e all'evanescenza del ricordo. Esperienza biografica importante, nella maturazione del linguaggio pittorico di Breddo, fu la conoscenza di Giorgio Morandi, del quale seguì i corsi d'incisione dopo il suo trasferimento a Bologna, nel 1935. Forse la visione delle acqueforti morandiane, raffiguranti "cornetti" di carta contenenti mazzi di fiori, fu all'origine della serie dei "cartocci" dipinti a partire dalla metà degli anni cinquanta. Nonostante le evidenti differenze stilistiche tra i due pittori, anche Breddo restrinse il suo repertorio tematico a pochi soggetti domestici, come fiori, nature morte, bicchieri e bottiglie, cartocci e ai paesaggi, quasi esclusivamente marine. Una di queste ultime, intitolata Marina d'inverno (inv. 3148), del 1953, è stata acquistata nello stesso anno dal Museo Revoltella alla X Mostra Biennale Triveneta.
Bressan N., Schede, in Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004
Gastone Breddo, Gastone Breddo. Il respiro del colore., Padova 2003
Marchiori G., Gastone Breddo, in XXIX Biennale Internazionale d'arte, Venezia 1958