in basso a destra: Murtic' / Vrsar 2000
Composizione non figurativa.
Il dipinto - donato dall'autore in occasione della mostra che il Museo Revoltella gli ha dedicato nel 2001 - fa parte di una serie di tele aventi per soggetto la cava abbandonata di Montraker, nei pressi di Vrsar (Orsera), sulla costa croata, a poca distanza dalla casa dell'artista. Questa cava, dalla quale gli antichi romani estraevano materiale per l'edilizia e marmo da scolpire, fu nel Rinascimento, una delle principali fonti di pietra d'Istria, copiosamente usata nella costruzione dei palazzi veneziani, come documentano gli scritti di Vincenzo Scamozzi e Francesco Sansovino. In questo luogo, creato dalla natura e rimodellato dalla mano dell'uomo, negli anni '90, Murti ha dipinto paesaggi pulsanti di vita dove l'energia del gesto e i contrasti di colore concorrono ad esprimere il vigoroso espandersi della vegetazione tra il bianco delle rocce, come una sorta di rivincita della natura sulla storia, dell'istinto sulla ragione, del movimento sulla stasi. Analogamente ad altre opere dello stesso ciclo - come Montraker in fiamme (1995) e Terra bruciata (1993) - anche il lavoro del Revoltella sembra alludere ad un incendio, tanto nel titolo quanto nell'adozione di una tavolozza in cui prevalgono le tinte cineree e le tonalità calde dei rossi e degli ocra. Il valore strutturale della tessitura cromatica e la carica emotiva del segno pittorico, tuttavia, negano l'intento mimetico dell'immagine e la ricollegano a quell'astrattismo lirico al quale Murti era approdato già negli anni '50, quando, ultimati gli studi all'Accademia di Belle Arti di Zagabria e vissuta l'esperienza della Resistenza come partigiano del Movimento Nazionale di Liberazione jugoslavo, si era recato in Francia, negli Stati Uniti e in Italia ed era entrato in contatto con le più moderne tendenze pittoriche, diventando uno dei maestri contemporanei più aggiornati e apprezzati del suo paese.
Bressan N., Schede, in Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004