in basso a destra: A. Попова
Ritratto maschile colto frontalmente e rivolto leggermente verso sinistra. Si caratterizza dalla scomposizione del volto in forme geometriche. I colori sono articolati in variegate gamme cromatiche dagli azzurri, gialli, rosa e le zone d’ombra attraverso campiture grigio-scuro. Il ritratto si inserisce su uno sfondo formato da tasselli cromatici che si compenetrano con quelli del volto.
Ljubov Seergeeva Popova è una delle principali artiste del panorama artistico delle Avanguardie russe di inizio Novecento. La sua formazione è simile a quella di altri giovani pittori russi della sua generazione: dopo un iniziale avvicinamento alla stilizzazione formale delle icone antiche e impressionata dall’opera di Michail Vrubel’ a Kiev, si sposta a Parigi tra il 1912-13 per frequentare lo studio di Henri Le Fauconnier e Jean Metzinger. Ritornata in patria si avvicina all’opera di Alekander Vesnin che conosce nell’atelier collettivo “La Torre”, guidato da Vladimir Tatlin. (L. Vergine, “L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940. Pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche”, Milano, 2005, p. 119). Inizialmente si accosta al cubofuturismo, come molti dei suoi colleghi, e attorno al 1913 si notano nelle sue composizioni pittoriche delle tendenze plastiche probabilmente assimilabili alle sculture di Alexander Archipenko, scultore russo che la Popova visitò durante il suo soggiorno parigino. Se intendiamo l’esposizione “0.10, Ultima mostra futurista” del 1915 come l’addio al Cubofuturimo russo, possiamo pensare che l’opera di Palazzo de Nordis si collochi tra il 1914-1916 ca. Di fatto la Popova proprio a questa mostra presentò delle opere che pur partendo dai principi del cubofuturismo, avevano già un alto grado di astrazione che negli anni seguenti si manifesterà nelle sue composizioni costruttiviste. (“Amore e rivoluzione. Coppie di artisti dell’avanguardia russa”, a cura di H. Eipeldauer – L. Giusti, Cinisello Balsamo (MI), 2017, p. 71). Il dipinto risulta in molte collezione a partire da quella di E. Ratner nel 1970-80 di Leningrado, nel 1989 a Parigi nella collezione Jean Chauvlin, nel 1998 a Praga nella collezioje Boris Gribanov, nel 2001 nella collezione Sergej Popov di Berlino, nella collezione privata Georg Soldatenko nel 2006 a Riga e nel 2008 nella collezione privata di Nereo Frigerio di Milano (Emblemi delle Avanguardie Russe. Collezione De Martiis, a cura di S. Colussa, Tolmezzo (UD) 2021, p. 82).
Emblemi Avanguardie, Emblemi delle Avanguardie Russe. Collezione De Martiis, Tolmezzo (UD) 2021
Cecchetto S., Emblemi dalle avanguardie, in La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020
Amore Rivoluzione, Amore e rivoluzione. Coppie di artisti dell’avanguardia russa, Cinisello Balsamo (MI) 2017
Vergine L., L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940. Pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche, Milano 2005