in basso a sinistra: A. Розанова
Composizione formata a partire da sinistra da una caraffa, al centro una tazzina con all’interno una freccia e destra da un vaso con manico ad ansa sormontato da forme piatte e rettangolari. Accanto alla tazzina. A sinistra, vi sono due piccoli parallelepipedi di colore bianco. Gli oggetti sono disposti su un piano inclinato a scacchiera. Il fondale è formato da strutture triangolari intersecanti tra loro. La tavolozza cromatica è cupa dai colori prevalentemente freddi, mentre gli oggetti presentano tonalità calde di gialli e rossi.
Ol'ga Vladimirovna Rozanova dopo una formazione artistica a Mosca e San Pietroburgo comincia a partecipare alle prime mostre d’avanguardia dal 1911 al 1917. Nel 1915 a San Pietrogrado, alla Mostra delle correnti di sinistra, espone quadri cubofuturisti dai toni neri, bianchi e grigi. Si specializzerà nella realizzazione di almanacchi cubofuturisti e autrice delle poesie cosiddette transmentali sentendo particolarmente importante il rapporto immagine-testo, ovvero ciò che i futuristi definiscono “autoscrittura”. Avvicinatasi nel 1916 al Suprematismo di Malevic, in realtà ne dà una sua personale interpretazione sostenendo che il colore è necessario come strumento per differenziare una forma dall’altra. Nel 1918 assieme a Rodcenko dirige la sottosezione dell’arte produttivista del Proletkul’t e organizza liberi atelier, ma purtroppo la sua morte prematura concluderà la sua fervida attività creativa unanimemente riconosciuta alla X Mostra di Stato “La pittura non oggettiva e il suprematismo” tenutasi a Mosca nel 1919. (L. Vergine, “L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940. Pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche”, Milano 2005, pp. 110-112). L’opera della collezione De Martiis si caratterizza in una composizione di matrice cubofuturista dove gli oggetti rappresentati sono ben delineati se pur costruiti in forme sfaccettate. Il punto di vista è leggermente rialzato e mostra un piano irregolare con un motivo a scacchiera sul quale poggiano gli oggetti che vanno a costituire la natura morta: una caraffa, una tazzina e un vaso. Queste suppellettili creano delle ombre portate sulla parete di fondo caratterizzata da forme appuntite. Lo stile con cui è creata questa produzione della Rozanova fa ascrivere l’opera nell’ambito del cubofuturismo quindi databile tra il 1915-1917. Il dipinto nel 1998 faceva parte della collezione Boris Gribanov di Praga, nel 2001 della collezione Sergj Popov di Berlino, nel 2004 della collezione Georg Soldatenko di Dubai e nel 2005 nella collezione Nereo Frigerio di Milano. (Emblemi delle Avanguardie Russe. Collezione De Martiis, a cura di S. Colussa, Tolmezzo (UD) 2021, p. 43).
Emblemi Avanguardie, Emblemi delle Avanguardie Russe. Collezione De Martiis, Tolmezzo (UD) 2021
Cecchetto S., Emblemi dalle avanguardie, in La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020
Vergine L., L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940. Pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche, Milano 2005