in basso a destra: P. Kotik
La scena raffigura un gruppo di persone intente a prendere il sole in spiaggia. A sinistra vi sono due donne, una seduta di lato e una frontale, che indossano rispettivamente un costume intero viola e l’altra azzurro. Entrambe hanno in testa una cuffia da mare. Si riparano sotto un ombrellone piantato a terra, intente a conversare sopra un asciugamano. Al centro, di spalle, in uomo in piedi con addosso un costume bianco sembra osservarle. Dietro a lui una donna di spalle seduta a terra, in primo piano, indossa un cappello a tesa larga e un costume intero nero. Accanto a lei, a destra, un’altra donna di profilo verso sinistra è seduta su un asciugamano, indossa un costume a due pezzi viola e sorregge in mano un libro. Alle sue spalle si intravvede un ombrellone piantato a terra. Sulla riva, al centro della composizione, è ormeggiata una piccola imbarcazione. In lontananza a sinistra vi è una piccola vela che solca il mare, costeggiato a destra da delle alture. I colori della composizione sono orchestrati sui toni dei rosa, viola e azzurri e gialli.
Pravoslav Kotik, artista di origine ceca, intorno agli anni Venti inizialmente è influenzato dal fauvismo e dall’espressionismo del Blaue Reiter, per poi avvicinarsi sempre più al cubismo. Alla fine del secondo decennio approda ad uno stile che richiama il neoclassicismo del ritorno all’ordine per approdare poi a composizioni dal sapore surrealista. Il dipinto “Sulla spiaggia” dai colori antinaturalistici e dalle forme aguzze presenta uno stile a cavallo tra fauvismo e cubismo, probabilmente in una fase di ricerca pittorica iniziata come detto agli esordi degli anni Venti. La presenza di una donna che indossa un costume a due pezzi è comunque un termine post quem, visto che questo indumento è stato inventato nel 1932 dal sarto francese Jacque Heim, antesignano del bikini vero e proprio lanciato nel 1946 dal sarto francese Lous Réard che lasciava scoperto l’ombelico. Nel quadro di Kotik la donna che lo indossa ha le gambe piegate per cui non si coglie appieno la misura del costume, tuttavia, analizzando anche lo stile del dipinto, si può ritenere collocabile agli inizi degli anni Trenta.
Cecchetto S., Emblemi dalle avanguardie, in La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020