Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
in basso a destra: Di Iorio 89
Su un fondo blu elettrico la composizione è declinata al centro in un intreccio di pennellate energiche di varie cromie: bianco, viola, giallo, rosso, nero. Da questo groviglio di erge una struttura che giunge sino al margine superiore della tela, formata da pennellate verticali e orizzontali nere che simulano la forma di una scala. Retrostante, una fascia semicircolare di colore bianco occupa la parte centrale e superiore dello spazio pittorico. La metà inferiore è sfumata con il pigmento nero ai lati mentre al centro traspare il fondo blu elettrico attraversato orizzontalmente da due larghe pennellate dello stesso colore.
Questa tela del 1989 presenta un tema che Mario Di Iorio affronterà in modo ricorrente nella sua carriera e che probabilmente evoca una condizione di disagio interiore. Il tema della follia, apprezzato dall’artista nelle figure di Van Gogh, Soütine e Francis Bacon, sappiamo essersi intrecciato nella sua vicenda biografica quando i suoi anni veneziani, sotto l’alunnato di Vedova, vennero definiti da Di Iorio come una “avventura pericolosa”. Probabilmente dietro a questo soggetto s’intravvede quasi una sorta di presagio del male oscuro afflisse il pittore e “simbolo ambiguo di elevazione interiore o ascensione verso il delirio. (M. Colovatti, “Mario di Iorio: l’avventura pericolosa”, in “La Collezione della famiglia De Martiis a Cividale del Friuli”, a cura di S. Cecchetto – C. Beltrami, Cividale del Friuli, 2019, p. 51).
Collezione Famiglia De Martiis Cividale, La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020
Colovatti M., Mario Di Iorio: l'avventura pericolosa, in La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020