Il reliquiario con piede a quattro lobi e due punte, si eleva su gradino liscio come la superfici su cui è posto lo stemma della famiglia Mantica. Il fusto, quadrilobato, è scandito da un piccolo nodo a petali, schiacciato, mentre l'innesto alla teca cilindrica si apre a corolla con un anello a motivi gigliati. La teca è fissata tramite due ghiere decorate e, ai lati, è retta da due ordini di contrafforti con pinnacoli. La cuspide è percorsa da incisioni romboidali.
Ganzer (1992, p. 94) attribuisce il reliquiario ad ambito tedesco constatando, al di là delle affinità stilistiche molto vicine ai coevi modelli renani, i frequenti contatti di casa Mantica con il mondo oltrealpino. Prima di lui Mariacher, per questa tipologia di manufatti, ipotizzava l'esecuzione da parte di orafi tedeschi trasferitisi a Venezia alla fine del Trecento, inizi del Quattrocento. Spiazzi (2004, p. 114) mette in relazione il reliquiario con una serie conservata nel tesoro della Cattedrale di Padova che attribuisce a orafo veneto, confrontandola anche con altri esemplari presenti nell’area. Gli stessi elementi, che caratterizzano la serie da lei citata, sono presenti nei due reliquiari di Venzone a cui si rimanda per un confronto (schede ID 85721, 85723).
Museo Civico Arte, Il Museo Civico d'Arte di Pordenone, Vicenza 2001
Ganzer G., Il tesoro e l'arredo, in San Marco di Pordenone, Fiume Veneto (PN) 1993, I
Gaberscek C., Saggi. Schede, in Ori e tesori d'Europa. Mille anni di oreficeria nel Friuli-Venezia Giulia, Milano 1992
Ganzer G., Il tesoro del Duomo di Pordenone, Pordenone 1986
Mariacher G., Oreficeria sacra del Friuli occidentale. Sec. XI-XIX, Pordenone 1976
Candiani V., Pordenone. Ricordi cronistorici dall'origine del Friuli a tutto il 1900, Pordenone 1902
Spiazzi A.M., Oreficeria sacra in Veneto. Secoli VI-XV, Padova 2004, I