Sull'innesto si avvolge a spirale una fascia di foglie d'acanto stilizzate risaltante sul fondo puntinato. Il nodo, sagomato e suddiviso in due ordini da un'accentuata strozzatura, presenta motivi ornamentali composti da volute e foglie sbalzate, cui si uniscono, nella sezione inferiore, tre teste di cherubino aggettanti. I bracci, profilati da una cornicetta modanata, sono percorsi da nastri formanti volute risaltanti sul fondo fittamente puntinato e sono conclusi da terminazioni a compasso mistilineo ornate esternamente da fregi a giorno, presenti anche a lato del montante. Sul recto, al centro, è applicata la figuretta a tutto tondo di Cristo crocifisso, intorno alla quale si dispongono i busti dei padri della chiesa. Si riconoscono con certezza San Girolamo in alto e San Gregorio in basso, mentre Sant'Agostino e Sant'Ambrogio sono inditinguibili perché connotati da identici attributi. Sul verso, al centro trova collocazione la figura a tutto tondo di Sant'Osvaldo, rappresentato in veste di soldato e di re, con lo scettro in una mano e nell'altra il corvo con l'anello nel becco. Sulle terminazioni sono applicati gli Evangelisti a mezzo busto, accompagnati dai rispettivi simboli: San Marco con il leone in alto, a sinistra San Luca con il bue, a destra San Matteo con l'angelo e in basso San Giovanni con l'aquila. All'incrocio dei bracci sono applicati quattro fasci di raggi.
Sulla croce è apposto il punzone dell'orefice veneziano Zuan Piero Grappiglia, documentato da Pazzi (1998) come sazzador de respecto della Pubblica Zecca di Venezia nel 1747; è sazzador ordinario dal 1758.
Lunazzi Mansi M., Il tesoro di S. Osvaldo, in Un santo inglese a Sauris. Il culto e il mito di Sant'Osvaldo nei territori alpini e in Europa, Sauris (UD) 2006, 4
Pazzi P., Dizionario aureo, Venezia 1998
Tavano S., Schede, in Ori e tesori d'Europa. Mille anni di oreficeria nel Friuli-Vnezia Giulia, Milano 1992