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in basso a destra: Giuditta Paolini / 9 5 90 [?]
Sullo sfondo di un tendaggio ricamato a fili d'oro, si staglia un tavolino circolare coperto da un drappo verde. Sul piano si notano da sinistra un orologio da tavola cesellato, una scatola di cerini semi aperta, con a fianco un cerino appena estrattovi, un bicchiere di vetro smerigliato, di tipo biedermeier, un anello maschile con sigillo e un sigaro acceso e fumante accanto al cerino appena usato. Più oltre un curioso zampetto di animale ungulato, forse un tagliacarte, e tre volumi impilati. Tutti gli elementi fanno corona alla brocca in ceramica contenente una composizione floreale, centro visivo dell'intera opera.
Giuditta Paulini firma questa natura morta all'estrema destra e la data, giusta la nostra lettura, 1890. Il quadro sembra sottendere un significato simbolico/ allegorico, forse legato al trascorrere del tempo (come attestano l'orologio, il cerino, il sigaro acceso, il mughetto caduto), ma testimonia anche il gusto e le abitudini di un'epoca. Risulta necessario sottolineare come anche in questo dipinto possa essere individuato un intervento dello stesso Luigi Comel, nonostante la firma dalla Paulini, a giustificare una perizia esecutiva nella resa della complessa natura morta che sembra essere estranea ai modi di Giuditta.