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in basso a destra: L. COMEL / 1926
La Madonna col Bambino in braccio, campeggia entro una cortina di nembi che si dissolvono in alto, sopra il capo della Vergine, nell'azzurro del cielo.
La rappresentazione, soprattutto per quanto riguarda i volti con le guance accostate delle due figure divine, allude all'antica iconografia della Vergine della tenerezza o glykophilousa. La firma e la data -1926 - attestano cronologicamente l'opera nell'ultimo periodo goriziano di Luigi Comel, impegnato, dopo il 1918, nell'insegnamento di disegno a mano libera prima presso il R. Ginnasio e successivamente all'Istituto Magistrale femminile "Scipio Slataper" del capoluogo isontino. Nel 1927 Comel ottiene la nomina a membro della Commissione per l'Arte Sacra dell'Arcidiocesi goriziana. Il periodo del suo rientro a Gorizia dopo la fine della Prima Guerra Mondiale si chiuderà nel 1934 con la sua morte. L'iconografia riprende in maniera pressoché palmare la celebre e fortunatissima tela raffigurante la Mater Purissima, del napoletano Domenico Morelli (1823-1901), realizzata entro l'ultimo quarto del XIX secolo (1880) e più volte replicata. Come ricorda il figlio Alvise, il dipinto con la "Madonna col Bambino (del Morelli?) [era] collocato sopra il letto di mia sorella e [...] poi, rubato durante la prima grande guerra, fu da lui [Luigi Comel] rifatto, ma non rifinito, nel 1926".
Comel A., Luigi Comel pittore goriziano 1866-1934, Udine 1976