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in basso a destra: Giuditta Paulini / 27. 6 96[?]
Al centro sulla tela: Luigi!... / Per dare un poco di valore a questo meschin quadretto / Mi son messa con ardore / A farvi sopra un bel sonetto / Ma povero m'era il concetto / Sicchè in pezzi l'ho lacerato / In mio aiuto quest'Amoretto / Venne gentil da me chiamato / Senz'altro dire aggiunse appresso / Quel che l mio cor volea dir: / Dal Signor ti sia concesso / Dell'alma tua ogni desir! / Accetta o Luigi i miei auguri / E sii felice nei dì futuri. / Giuditt[a]
L'opera mostra una mise en scène, articolata in una tela sorretta da cavalletto e adornata all'intorno da una corona di racemi d'alloro e da un drappo purpureo, sulla quale un putto di spalle è colto mentre ha appena terminato l'iscrizione dedicatorio-augurale.
Attiva tra il 1890 e il 1933, Giuditta Paulini, goriziana d'adozione ma originaria di Latisana, moglie di Luigi Comel e pittrice lei stessa, ancorchè dilettante, dipinge questa piccola operetta, datata al 1896, in onore del più celebre marito, al quale dedica, con vena scherzosamente affettuosa, la buffa iscrizione.