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Il dipinto raffigura la piana di Sambasso o Šempas, presso la bassa valle del Vipacco, ripresa dalla località di Aisovizza o Ajševica, oggi frazione del comune di Nova Gorica. Lo scorcio di paesaggio, introdotto in primo piano a sinistra da un esile gruppo di alberi, mostra una piana digradante chiusa sullo sfondo da una catena montuosa.
Lo scorcio di paesaggio, di sapore impressionista, può collocarsi, cronologicamente, alla fine del lungo periodo che Luigi Comel trascorse a Rovereto in qualità di professore di disegno presso la Scuola Reale Elisabettina (1895-1913). Al suo rientro definitivo a Gorizia nel 1914 è ipotizzabile che il Comel, ancorato ad uno stile ancora tardo ottocentesco, abbia esplorato i dintorni del capoluogo isontino per trarre ispirazione nella composizione di diverse vedute paesistiche, percorso interrotto quasi subito a causa della deflagrazione della Prima Guerra mondiale.