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Il dipinto raffigura il fiume Isonzo presso la località di Salcano, oggi in Slovenia, insediamento di antichissima origine. Il baluginare smeraldino del placido corso dell'Isonzo in primo piano, a lambire le rocce candide che ne delimitano le sponde e che costituiscono altresì la base per lo sviluppo della folta vegetazione boschiva specchiantesi nelle acque, è testimonianza paradigmatica dell'opera di Luigi Comel.
Il dipinto è databile verosimilmente entro il primo quarto del XX secolo, e forse è leggermente posteriore all' importante esperienza didattica svolta dal Comel, come professore di disegno a mano libera presso la Scuola Reale Elisabettina di Rovereto. Riguardo ai paesaggi, che costituiscono uno dei filoni più volte esplorati ed indagati nell' ambito dell'attività pittorica dell'artista goriziano, questa veduta silenziosa, priva della presenza umana, è sicuramente apprezzabile per la morbida resa, quasi romantica, della solitudine luminosa del luogo.