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Dal fondo bruno a sinistra, via via screziato verso destra nelle tonalità dell'ocra e dell'oro pallido, emerge una figura femminile giovane a mezzo busto, mentre affissa lo sguardo profondo verso il riguardante, con un' espressione severa e allo stesso tempo languida che raggiunge l'acme nella scontrosa piega del labbro. La sezione inferiore dell'opera si rende vaporosa grazie ai sapienti tocchi di pennello che ricompongono, per via induttiva, la veste verde cerulea che copre le spalle della donna, evidenziata dal candore della sottoveste, svaporanti gradualmente verso la zona inferiore della tela.
L'opera fa parte di un nucleo di sette dipinti acquistati per i Musei Provinciali di Gorizia nel 1989, presso Necki Springer ma provenienti dallo studio della sorella Magda, nata nel 1909, pittrice, musa e ultima allieva di Gino Parin, a partire dagli inizi degli anni Trenta del Novecento. Lo stesso pittore triestino annotava come Magda "per atavismo e per suggestione dell'ambiente è stata tratta fin da bambina ad occuparsi di pittura" e ne fa la protagonista di numerosi ritratti, disegni e fotografie.
Il dipinto, raffigurante un busto muliebre, fu concepito e realizzato, con ogni probabilità, entro la fine del primo quarto del Novecento (1921-1923 circa), epoca che segna la partecipazione di Gino Parin ad importanti esposizioni d'arte, su tutte la XIII edizione della Biennale veneziana del 1922, in cui il pittore triestino, ma cittadino svizzero dal 1898, è presente per la prima volta con due opere: un Autoritratto e il Ritratto di signora con ventaglio. Nel ritratto femminile appartenente ai Musei Provinciali permane stretto ed evidente il legame artistico e umano con l'ambiente monacense, da lui frequentato sin dal 1894, non solo per la sua formazione ma anche per le sue ambizioni creative, come testimoniano una volta di più le assidue adesioni alle prestigiose esposizioni del Glaspalast nella capitale bavarese fino al 1922. Non è nota, purtroppo, l'identità della donna ritratta, ma l'allusione alla tipologia della femme fatale, che ha il suo centro iconico nei ritratti della amata modella preferita, Fanny Tedeschi, traspare anche in questo volto, sfuggente e sfrontato che punta diritto lo sguardo verso il riguardante, con attitudine di sfida.
Pinacoteca Musei, Repertorio di ulteriori opere della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Ragazzoni C., Gino Parin, Trieste 2003, 5
Simbolismo Secessione, Simbolismo Secessione. Jettmar ai confini dell’Impero, Gorizia 1992