in basso a sinistra: Brumatti
Paesaggio collinare con raffigurato al centro un gruppo di case fiancheggiate a destra da vigne dal fogliame rossastro.
Il paesaggio si articola attorno ad uno sparuto gruppo di case, sorte a ridosso delle pendici di una collina, attraverso le quali si insinua una strada tortuosa che si perde nel verde, alle spalle del villaggio. Le calde tonalità della natura rivelano la stagione autunnale avanzata che l’artista ritrae in una veduta scarna ed essenziale, nell’ottica di una ricercata sintesi di sapore novecentista. Il dipinto, identificabile con quello esposto alla mostra sindacale interprovinciale di Trieste nel 1934 e forse con il generico Paesaggio presentato in occasione dell’allestimento delle Sale Pocarini presso il Museo della Redenzione nel 1935, è pervenuto nello stesso anno alle raccolte dei Musei Provinciali per dono dell’autore tramite l’Ente della Città di Gorizia. Fine paesaggista di impostazione postimpressionista, Gianni Brumatti, all’anagrafe Giovanni Hermet, compì la propria formazione a Trieste presso la locale Scuola per Capi d’Arte. Studiò anche scenografia con Rossi e Moscotto, lavorando giovanissimo come assistente scenografo nei teatri La Fenice di Venezia e Rossetti di Trieste. Dopo aver compiuto i propri esordi espositivi nel capoluogo giuliano presentando le sue opere alla Galleria Michelazzi nel 1923 e alle rassegne organizzate dal Circolo Artistico, partecipò con assiduità alle mostre sindacali tenutesi in regione nel corso degli anni Trenta, presenziando alla Interprovinciale di Trieste del 1936 con una sala personale (Cfr. X Esposizione d'arte del Sindacato interprovinciale fascista belle arti di Trieste, catalogo della mostra, Trieste 1936). Nel 1934 partecipò, per la prima volta, alla Biennale di Venezia, nel contesto della quale fu ammesso anche nel 1936 e nel 1938. L’opera di cui si tratta testimonia efficacemente dello stile pittorico dell’artista in un periodo in cui le vibrazioni luministiche delle sue prime prove lasciavano il posto ad una rinnovata ricerca di saldezza volumetrica, imposta dalle imperanti poetiche del Novecento italiano, all’epoca le uniche coordinate di riferimento per ogni artista che volesse imporsi nel panorama figurativo nazionale. Di Gianni Brumatti le collezioni museali conservano anche un altro dipinto dal titolo Paesaggio carsico (Campo di saraceno) [cfr. inv. 573/06] risalente però agli anni Sessanta. (GRANSINIGH 2007, p. 150)
Gransinigh V., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Novecento Gorizia, Il Novecento a Gorizia. Ricerca di una identità. Arti figurative, Venezia 2000, Arti figurative
Marini R., Gorizia alla memoria di Sofronio Pocarini. Tre sale di arte giuliana contemporanea, in La Panarie, Udine 1935, a. XII, n. 72 (nov.-dic.)