Compenetrazione di volumi, scultura, Olivo Silvio, XX

Oggetto
scultura
Soggetto
non figurativo: astratto
Autore
Olivo Silvio (1909/ 1998)
Cronologia
1975
Misure
cm - altezza 450, larghezza 150, profondità 150
Codice scheda
OA_27019
Collocazione
Udine (UD)
Istituto Tecnico Industriale A. Malignani
Collezione della provincia di Udine

L'opera, realizzata in marmo piperino, è data da massicci volumi abilmente articolati e da masse morbide arrotondate. La superficie, ruvida e scabra, trattiene la luce intorno al manufatto, avvolgendolo e donandogli una sensazione di agilità.

La scultura monumentale è presente all’esterno dell’istituto nella zona a giardino compresa tra l’aula magna, le palestre e l’ingresso, quindi davanti alla facciata principale sul viale Leonardo da Vinci. L’Amministrazione bandì un concorso pubblico il 15 maggio 1972 necessario per ottemperare alla legge del due per cento applicata sull’importo della seconda fase di lavori che conclusero la costruzione del vasto complesso scolastico. Nel bando oltre a un numero variabile di opere d’arte mobili, si sollecitava l’esecuzione di una scultura alta più di quattro metri, in qualsiasi materiale e a tema libero per una somma di dodici milioni. Le uniche limitazioni per l’artista potevano essere il tempo di consegna, di centoventi giorni dalla stipulazione del contratto, e il luogo in cui l’opera doveva essere ubicata e che gli architetti segnalarono chiaramente con semplici fotomontaggi in una serie di immagini del prospetto frontale della scuola. La commissione giudicatrice valutò elementi tecnici, estetici, artistici ed economici degli elaborati presentati e giudicò nullo il concorso poiché nessun bozzetto rispose ai requisiti voluti. La commissione era composta da quattro rappresentanti dell’Amministrazione tra cui la studiosa e critica d’arte Gabriella Brussich, da uno dei progettisti, dai tre rappresentanti della categoria e dal Sovrintendente. Quest’ultimo si oppose alla scelta dell’Amministrazione del dicembre 1973 di accelerare la procedura avviando una trattativa privata con un artista scelto tra una rosa di nomi. Tale operazione non se non garantiva trasparenza e qualità, velocizzava però i tempi di collaudo dell’edificio. La scelta cadde su Silvio Olivo, scultore residente a Roma, ma friulano d’origine, «artista locale, dall’operato classico, non polemico e fantasioso». Scartando anche l’ipotesi di visitare gli studi degli scultori, per questioni di tempo e perché si riteneva che non avendo pronto un bozzetto per l’opera, la valutazione si sarebbe solamente basata sul linguaggio plastico dell’artista. All’inizio del 1974 l’Amministrazione chiese ad Olivo due o tre bozzetti rispondenti alle indicazioni del 1972: lo scultore ne presentò due che soddisfarono la commissione. Il bozzetto prescelto, rispetto a quell’altro che aveva una struttura architettonica, è un blocco, una «costruzione» dove prevale su tutto il volume un «dinamismo per la molteplicità dei tagli, dell’inclinazione dei piani, delle sporgenze e dei fori» evidenziato dalla luce. Compenetrazione di volumi misura quattro metri e mezzo con un diametro superiore ad un metro e venne tradotta in peperino laziale. Lo scultore aveva già usato questo materiale nella Struttura alternata opera per la Biblioteca nazionale di Roma e lo riproponeva perché conservava l’integrità nel tempo, era gradevole nella sua tonalità grigia e non soggetto a quelle macchie che intaccano dopo un po’ di anni le sculture in pietra. Alla data di scadenza, il contratto era stato stipulato in settembre, l’opera non era ancora pronta: Olivo aveva avuto dei ritardi con la ditta che traduceva in pietra il bozzetto, ma assicurava l’Amministrazione scrivendo: «la scultura […] ha molto acquistato d’importanza sia nel suo complesso e nella struttura; oserei affermare che è divenuta un’autentica opera d’arte moderna». La scultura collaudata dal Soprintendente nel settembre del 1975 risponde alle esigenze avanzate allora dall’Amministrazione. Il blocco verticale, alleggerito dal gioco di concavi e convessi e dalle ombre proiettate, si contrappone allo sviluppo orizzontale della costruzione armonizzandosi con il colore del cemento lasciato a vista. Il volume massiccio si articola per tutta la sua superficie in masse morbide dalla superficie grezza e sbozzata e ciò attutisce la grandiosità del blocco isolato nel piazzale. È probabile che il bozzetto fosse stato meno articolato rispetto al risultato finale: questa scultura rappresenta uno dei pochi esempi astratti nell’attività dell’artista che dagli anni Settanta adotta questo linguaggio per commissioni pubbliche di carattere decorativo e monumentale come le opere per le banche progettate a Catania, Napoli, Bari e Firenze dall’architetto Cesare Pascoletti. La monumentale "Compenetrazione di volumi" è un immediato richiamo alla complementarietà delle masse e rappresenta una delle poche evasioni di Olivo dall'arte figurativa. Essa esprime il disagio vissuto da un artista che si interroga sull'uomo e sulla sua centralità nella storia, quell'uomo "che non è più quello delle sue convinzioni e per il quale trovava evidente e giustificata la versione figurativa" (Damiani, p.64).

BIBLIOGRAFIA

Collezione Arte Provincia Udine, La colezion d'Art de Provincie di Udin. La collezione d'Arte della Provincia di Udine, Udine 2009

SilviOlivo scultore, SilviOlivo scultore, Udine 1998